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Vestiti osé, danze sexy e rap a base di sesso Il ciclone Minaj investe l'Arabia saudita

Polemiche per l'esibizione. Le saudite: «Lei seminuda e noi velate?»

Vestiti osé, danze sexy e rap a base di sesso Il ciclone Minaj investe l'Arabia saudita

Beirut Vestiti osé, abiti attillati di pelle, danze sexy, esibizioni stravaganti, twerking. Queste le caratteristiche degli spettacoli di Nicki Minaj. La rapper nata a Trinidad, ma naturalizzata statunitense, si esibirà il 18 luglio al Jeddah World Fest, al King Abdullah Sports Stadium. Il concerto sarà trasmesso su Mtv con il musicista britannico Liam Payne e l'americano DJ Steve Aoki. La scelta del regno saudita rende chiara la sua volontà di aprirsi al mondo e mitigare le regole ultraconservatrici dei suoi costumi. Per l'occasione, sono stati promessi visti elettronici per gli stranieri, ma sarà vietato il consumo di alcolici e droghe. Ancora non si conosce il costo dei biglietti.

I testi delle canzoni di Minaj parlano soprattutto di sesso e dell'emancipazione femminile. Questa non è la sua prima esibizione in Medio Oriente, ha già suonato negli Emirati Arabi Uniti nel 2013. Ma sui social non sono mancate le critiche di alcune donne saudite: «Verrà qui vestita in modo provocante con le sue canzoni indecenti sul sesso e noi dobbiamo vestire l'abaya?», si legge in un post. Un fan ha pubblicato un video di Minaj con su scritto: «Sto sognando o sta succedendo davvero?». Mentre altri hanno postato immagini della rapper in abiti tradizionali sauditi.

Un utente ha manifestato così la sua sorpresa: «Immagino di svegliarmi da un coma durato tre anni e la prima cosa che sento è che Nicki Minaj sta per tenere un concerto in Arabia Saudita, penserei onestamente di essermi svegliato in un universo parallelo». Per alcuni la performance della cantante è «inappropriata, data la sua vicinanza alla Mecca», la città più sacra dell'islam. Secondo altri: «La decisione è ipocrita» perché la rapper ha partecipato a eventi che celebrano l'orgoglio gay e invece l'omosessualità è punibile con la morte in Arabia Saudita.

Ai Grammy Awards del 2012 Minaj era stata criticata anche da gruppi cristiani per una sua esibizione che prevedeva una danza di sacerdoti e la rappresentazione di un esorcismo. Ma questa scelta di Riad non è priva di senso, è in linea con la Vision 2030 voluta dal principe ereditario Mohammad bin Salman secondo cui il regno si deve aprire al mondo e sganciarsi dalla dipendenza dal petrolio. I sauditi devono essere incoraggiati a spendere i propri soldi all'interno dei propri confini. Negli ultimi mesi il regno ha ospitato star internazionali come Mariah Carey, Enrique Iglesias, i Black Eyed Peas, il rapper Sean Paul e i DJ David Guetta e Tiesto.

Nell'aprile 2018, la capitale, Riad, ha aperto il suo primo cinema dopo 35 anni. Le donne ora possono guidare e andare allo stadio. Ma la segregazione di genere tra uomini e donne è ancora vigente in molti ristoranti, caffè, scuole pubbliche e università. Questo evento arriva anche in un momento particolare per il regno a livello internazionale, dopo l'uccisione del giornalista saudita del Washington Post Jamal Khashoggi nel consolato saudita ad Istanbul lo scorso ottobre.

Un accadimento che pesa come un macigno sulla credibilità del regno.

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