Guerra in Ucraina

Wagner via da Rostov, autobomba a Mosca. E sull'Ucraina tornano a piovere i razzi russi

I miliziani acclamati dalla folla. Esplosione nella capitale, un ferito. Ancora in vigore l'allerta terrorismo, piazza Rossa chiusa. Colpite Nikopol e Kherson

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La domenica della ritirata. Gli uomini della brigata Wagner hanno fatto marcia indietro, dopo l'accordo di sabato che ha interrotto la loro marcia apparentemente irrefrenabile verso Mosca e nel corso della quale sono morti, secondo fondi bielorusse che a loro volta citano canali Telegram vicini al Cremlino, quindici militari russi. I combattenti della milizia privata fondata da Yevgeny Prigozhin hanno lasciato Rostov, che è stata il quartier generale della loro avanzata, sparando per aria, mentre la gente li acclamava, come si vede in un video circolato sui social e che secondo gli analisti della Bbc sarebbe autentico. Nella città sul Don la vita è tornata a un apparente normalità, con un traffico moderato e i servizi di trasporto pubblico e di pulizia delle strade sono di nuovo attivi. Poi i «musicisti» hanno lasciato anche Lipetsk e la regione di Voronezh, in modo ordinato e senza incidenti, anche se nei dintorni un incendio a un serbatoio di carburante in una raffineria di petrolio che ha distrutto 5mila tonnellate di cherosene è stato domato a fatica dai vigili del fuoco.

A Mosca invece il ritorno alla normalità è molto cauto. Il «regime operativo antiterrorismo» istituito nelle frenetiche ore di sabato è rimasto in vigore per tutta la giornata di ieri: la polizia ancora pattugliava le strade e l'autostrada M4 Don che collega Mosca al Sud-Ovest del Paese, è rimasta interdetta al traffico nelle regioni di Mosca e di Tula. Off-limits anche la piazza Rossa. Confermata anche la giornata libera per i lavoratori indetta per oggi per limitare gli spostamenti nella capitale, apparsa ancora sotto shock. Non ha migliorato l'umore l'esplosione provocata da una autobomba in serata, in via Festivalnaya. L'esplosione non avrebbe provocato gravi danni e all'interno dell'auto non c'era nessuno.

La fine della farsa Wagner ha messo di nuovo la guerra in Ucraina al centro dell'attenzione. Anche i combattenti ceceni dell'unità Akhmat, che sabato erano stati inviati nella regione di Rostov per cercare di frenare gli uomini di Prigozhin, hanno fatto ritorno sul fronte ucraino «per continuare le loro missioni», secondo le parole alla Tass del comandante dell'Akhmat, Apty Alaudinov. Secondo il generale britannizo Richard Dannatt, ex capo di stato maggiore dell'esercito, il fatto che molti mercenari della Wagner, compreso il capo Prigozhin, siano riparati in Bielorussia potrebbe costituire una seria minaccia per l'Ucraina, perché potrebbero colpire con incursioni o attacchi transfrontalieri proprio sul versante vicino a Kiev mentre l'esercito di Zelensky si prepara a intensificare la sua controffensiva. «Quello che non sappiamo e che scopriremo nelle prossime ore - dice Dannatt - è quanti combattenti sono veramente andati con lui. Se andando in Bielorussia ha mantenuto una forza effettiva con sé, allora rappresenta ancora una minaccia per il fianco ucraino più vicino a Kiev, che è dove tutto cominciò il 24 febbraio dell'anno scorso. La vicenda comunque è lungi dall'essere chiusa».

Ieri sono continuati i fitti bombardamenti russi sul territorio ucraino: nella notte tra sabato e ieri sono stati colpiti nove villaggi nell'oblast di Sumy e la città di Nikopol, nell'oblast di Dnipropetrovsk, con almeno un morto, un uomo di 71 anni. Un morto anche a Kherson, città riconquistata dagli ucraini nello scorso novembre dopo mesi di occupazione russa, che però l'esercito di Mosca continua a bombardare dall'altra parte del fiume Dnipro: un raid ha colpito un condominio di cinque piani della città e uomo di 44 anni è deceduto mentre una donna è rimasta intrappolata sotto le macerie, ancora viva. Sono salite a cinque le vittime dell'assalto missilistico di due giorni fa a un condominio di Kiev, con altri due corpi ritrovati sotto le macerie.

L'esercito russo ha invece «respinto con successo» gli attacchi sferrati dalle forze di Kiev in quattro aree del fronte, in particolare nelle regioni di Donetsk, ma anche di Zaporizhzhia, il giorno dopo che l'Ucraina ha annunciato «progressi» nelle stesse zone.

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