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Powell non si vede Gatlin salva il Gala romano

Il recordman bloccato da un infortunio, l’olimpionico domina i 100 con il secondo tempo stagionale (9”96). Gibilisco si ferma a 5,71 nell’asta

Riccardo Signori

da Roma

Justin Gatlin ha riscattato il grande bluff. Il Golden Gala aveva promeso la sfida stellare con Asafa Powell, ma ha rischiato di propinare soltanto un grande bluff perché il giamaicano, recordman del mondo dei 100 metri, se n’è rimasto in tribuna, imprigionato da un dolore all’inguine e da un pizzico di spudoratezza in eccesso. L’Olimpico aveva apparecchiato per il suo 25° anno di vita la sfida delle sfide nei 100 metri: il campione olimpico contro l’uomo record, ma è finita con il campione olimpico contro se stesso e il cronometro. Meno di dieci secondi e Gatlin si è guardato allo specchio con una certa soddisfazione: 9"96, ha detto il crono, ovvero la terza miglior prestazione dell’anno dopo le due di Powell, tra cui il primato mondiale. Il tanto per lasciare il palato dolce a tutti. Partenza da carro armato, secondi cinquanta metri da siluro, con gli altri alle spalle: l’eterno piazzato, ovvero il ghanese Zakiri, eppoi gli altri tra i quali il francese Pognon, tornato nel gruppo dopo l’exploit di Losanna, e Simone Collio che ha migliorato (10"22) il suo stagionale, se l’è passata bene fino ai 50 metri ed ha provato il brivido di stare davanti a Kim Collins, il campione del mondo uscente, non uno qualsiasi.
Ed allora tante grazie a Gatlin, gambe d’oro e collo da toro, che ha regalato il brivido che conquista, e tirata d’orecchie al trio che ieri ha alzato bandiera bianca: Powell ha ingannato tutti, fors’anche gli organizzatori, già soddisfatti per aver venduto biglietti a creare buon contorno. Eppoi Allen Johnson, il vecchio indomabile dei 110 ostacoli, che ha tenuto banco alla vigilia, salvo alzarsi ieri mattina e dire: non ce la faccio per un problema al polpaccio. Ultimo, ma non meno importante, ecco il forfeit di Obikwelu, nazionalizzato portoghese, argento dei 100 alle Olimpiadi, che si è presentato con un piede fasciato ed ha tramutato i cento stellari proposti dal Golden Gala nei 100 di Gatlin che poi s’è gustato i cento donne dove la Arron, campionessa francese, non ha mollato niente a nessuno e Allison Felix, la fidanzata di Gatlin, s’è conquistata con le unghie un terzo posto che promette.
Brutte notizie, invece, dal nostro dispensatore di emozioni: Giuseppe Gibilisco ha sbagliato ancora una gara. Stavolta aveva promesso di andare oltre il suo record italiano (m. 5,90). Invece s’è spiaccicato contro i 5,71, che alla terza prova aveva passato con abbondanza di luce, ma sempre con l’errorino di troppo. Passati i 5,51 alla seconda prova, il campione mondiale dell’asta ha soffocato il grido a tutto lo stadio e rispolverato la delusione in tutti e tre i salti che dovevano lanciare la sua serata. Se non si sbriga a carburare, il mondiale diventerà la sua fossa. Detto questo non c’è da stare allegri sul versante italiano: preso atto dei miglioramenti della Levorato nei 100, null’altro ha esaltato lo spirito nazionale. Martinez e La Mantia sono affogate nel triplo dominato da quella cavalletta volante che è Tatyana Lebedeva, ancora oltre i 15 metri, mentre le nostre hanno arrancato poco oltre i 14,20: roba da seconda linea. Qualcuno (Carabelli e Ceccarelli nei 400 ostacoli) ha migliorato primati stagionali, ma non c’è il tanto per volare con la fantasia.
Dunque meglio gustarsi l’atletica internazionale in tutti i sensi: Saif Shaheen, l’eroe dei due mondi, keniano nazionalizzato dal Qatar, non ha inseguito il record mondiale dei 3.000 siepi ma una gara spettacolo regolata con volata da sprinter davanti a Koech, keniano purosangue, ottenendo il miglior tempo dell’anno. Il resto sono state prove d’autore (gran gara nell’alto) ma senza l’acuto che conquista. Anzi, nei 110 ostacoli Dominique Arnold, l’americano terzo incomodo, ha fatto fuori sia Liu, il campione olimpico e recordman del mondo, sia Ladji Doucoure, l’ultima stella della specialità.

Piccoli brividi.

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