Controcultura

«Per pranzo, preparate un uccello del Paradiso»

di Pitigrilli

Contessa,

sabato mattina, da una misteriosa berlina azzurra scenderanno dinanzi al suo cancello una donna, un uomo e un cane.

Da certi complicatissimi (...)

(...) calcoli astronomici conto di prevedere che il sensazionale avvenimento si compirà verso le 11,30. Se il calcolo è errato, vuol dire che il corso degli astri e le camere d'aria dei pneumatici hanno obbedito alla volontà degli dei e ai chiodi dei pedoni.

Se giungeranno in ritardo, prima di farci rinchiudere nella più tenebrosa delle sue torri, ascolti benignamente le nostre spiegazioni. E se dopo le spiegazioni vorrà anche darmi da mangiare, le rammento che io sono un mangiatore frugale e difficilissimo. Perciò le sottopongo fin d'ora la lista che gradirei.

I

Cervelli di uccello del paradiso con contorno di capelvenere, oppure pasta asciutta di fabbrica; dico di fabbrica perché quella molle, onesta, virtuosa, coscienziosa, fatta in casa, che rispecchia tutta la sublimità familiare non mi piace.

II

Fegato di ermellino catturato fra il 72° e il 73° grado di latitudine nord, e messo a macerare nella rugiada raccolta sui lilas bianchi della Malmaison. Se non è stato catturato fra il 72° e il 73°, non me lo offra nemmeno; preferisco un fritto di pomodoro.

III

Quella mela che Paride, attaché d'ambasciata a Sparta, nella gara di bellezza fra miss Giunone, miss Minerva e miss Afrodite, assegnò a Afrodite. Se per caso la suddetta mela non fosse più fresca, mi accontenterei di una pesca qualunque.

IV

Un caffè senza liquori.

***

La prego, Contessa, di ricordarmi al colonnello e alla piccola adorabile Kikki, e di prepararmi per sabato un sole mediterraneo in un magnifico cielo azzurro. Le presento i miei omaggi.

Pitigrilli

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