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Preghiera e cioccolato: "Io, la decana d'Europa"

A 115 anni la più anziana del Continente è Lucile Randon: «Il buon Dio non mi vuole»

Preghiera e cioccolato: "Io, la decana d'Europa"

Parigi - Preghiera e cioccolato. Ecco il segreto della nuova «decana d'Europa». A 115 anni, la suora francese Lucile Randon è infatti diventata l'essere umano più longevo del Vecchio Continente. Una battaglia sulla lunga vita giocata a colpi di latitudini, tra rosari, buoni auspici e visite gradite. Quelle del nipote che viene a trovarla regolarmente, ma pure dell'arzillo 90enne di cui si occupava quand'era ancora una governante, a 25 anni. «I legami sono indistruttibili tra loro», raccontano al convento Sainte-Catherine Labouré di Tolone, dove non nascondono il carattere della beniamina: «Suor André è sempre civettuola e molto golosa: il cioccolato ha ancora i suoi favori e per niente al mondo salterebbe un ufficio divino».

Si fa chiamare con un nome maschile come omaggio al fratello scomparso. Per età, è seconda nel mondo soltanto alla giapponese Kane Tanaka di 116 anni, che vive in una casa di cura a Fukuoka nel Sud-Ovest del Sol Levante. Riconosciuta dal Guinness dei primati, Tanaka ha un hobby come elisir di lunga vita: studia matematica. Anche lei impazzisce per i dolci, come Suor André. Solo che tra un omaggio al washoku e l'altro, la giapponese piazza spesso una cola, un hamburger e una varietà indistinguibile di bibite in lattina. Lei ha preso il posto in Giappone di Chiyo Miyako, passata a miglior vita a 117 anni nel 2018. Ora anche l'Europa rivede la speciale «classifica».

Suor André l'ha appreso dalle consorelle. «Non mi muovo più, vivo su una sedia a rotelle e non ci vedo quasi più, la mia felicità quotidiana è di poter ancora pregare». Si è unita ai ranghi delle Figlie della Carità in età avanzata, dopo essere stata precettrice e infermiera d'ospedale ed oggi è anche la più anziana monaca del mondo. Di Alès (Gard), classe 1904, il titolo di vicedecana dell'umanità l'ha sfilato, nel silenzio del convento dove vive, all'italiana nonna Giuseppa. Per tutti Peppa. Poche settimane fa, Maria Giuseppa Robucci è infatti venuta a mancare nella sua Apricena, a due passi da Poggio Imperiale (Foggia), dov'era nata il 20 marzo 1903. Dalla fiorente età giolittiana alla sua partecipazione alla trasmissione televisiva La Vita in Diretta quando compì cent'anni, ha attraversato un secolo. E come Suor André, aveva tra i segreti di lunga vita la preghiera. Ma era anche fervente portabandiera del risparmio, tanto da essere onoraria dell'Associazione Italiana Risparmiatori dal 2017. «Sono grata al Signore per tutto ciò che mi ha dato: l'amicizia con Padre Pio, tra i doni più belli», una delle testimonianze di Peppa.

Suor André era già orgogliosa d'essere la più anziana dei francesi. Oggi è la «decana d'Europa» sostituendo la star italiana che non c'è più. Per ora non è previsto alcun evento per celebrare la neo «decana», già cittadina onoraria di Tolone. Nonna Peppa, al contrario, aveva perfino inaugurato una nuova strada nel paese che la ospitava assieme alla più piccola concittadina, la neonata Carlotta. Nella natale Poggio Imperiale era stata insignita del titolo di sindaco onorario, con tanto di fascia tricolore. Insomma, non una vita mondana ma certamente sotto i riflettori. Positivi. Tra devozione religiosa, casalinga e 5 figli, 9 nipoti, 16 pronipoti, pronta a rispondere ai cronisti: «Ai miei tempi non c'erano le auto e il televisore è comparso quando avevo già 60 anni, ma ho visto tre guerre: la Prima, la Seconda e quella in Libia. Mi chiamano a fare la madrina a tanti eventi, tutti mi vogliono bene, stanno pensando già alla festa per i miei primi 116 anni». Festa che c'è stata. Poi, a giugno, l'addio.

Lo scorso 11 febbraio suor André ha invece ricevuto una lettera da Papa Francesco con tanto di regalo di compleanno: un rosario benedetto dal Pontefice per il 115° genetliaco. Resta una golosona, dicono le consorelle. Vive giorni sereni e scherza da sotto il velo: «Il buon Dio non mi vuole». Anche lei ha attraversato il XX Secolo, visto passare 21 presidenti e «fatto lavorare gli altri». Ma se ora la «decana europea» è francese, l'Italia, insieme con il Giappone, resta campionessa di longevità.

Solo in Abruzzo sono 396 i centenari e quasi tutti annoverano tra i segreti di lunga vita il cosiddetto sdijuno, il primo pasto abbondante della giornata dei contadini che seguiva al pasto frugale della sera e una colazione minima, garantendo all'organismo un periodo di digiuno fino a 14-16 ore (se si esclude il minimo pasto dell'alba). Un gruppo di ricercatori dell'Università di Teramo, nello studio Centenari sulle abitudini alimentari e sulle caratteristiche metaboliche della popolazione abruzzese tra i 90 e i 100 anni, ha infatti individuato 150 comuni della regione con un tasso di longevità paragonabile o superiore al comune sardo di Villagrande (che storicamente vanta un invidiabile numero di centenari).

Nel Belpaese sono complessivamente 14.456 le persone che hanno compiuto il secolo e sono donne nell'87% dei casi. Lo documenta l'ultimo rapporto dell'Istat «Cent'anni e non sentirli», che evidenzia come, tra i centenari italiani, ben 1.112 abbiano superato i 105 anni. I supercentenari (coloro che hanno raggiunto i 110 anni) sono invece 21, raddoppiati rispetto al 2009, quando se ne contavano appena 10. La regione con il rapporto più alto tra semi-supercentenari e il totale della popolazione residente è però la Liguria (3,3 per 100mila), seguita da Friuli-Venezia Giulia (3,0 per 100mila), Molise (2,6 per 100 mila) e Abruzzo (2,5 per 100mila).

La media nazionale si attesta a 1,9 per 100mila.

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