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Il presidente del Jewish Congress: "Il genocidio dei cristiani ricorda la Shoah"

Lauder: "La 'N' dei cristiani è come la stella di David gialla che i nazisti obbligavano gli ebrei a portare". SOSTIENI IL REPORTAGE

Il presidente del Jewish Congress: "Il genocidio dei cristiani ricorda la Shoah"

«Basta silenzio su questa strage». L'indifferenza e l'apatia del mondo rispetto alla persecuzione dei cristiani in Medio Oriente (e non solo). La capacità degli ebrei di comprendere e «leggere» meglio e prima di altri cosa può accadere quando l'opinione pubblica resta in silenzio di fronte alla barbarie. La necessità di mobilitarsi contro un nemico comune, incarnato dall' estremismo dell'Isis che mette nel mirino tanto i cristiani come gli ebrei con identica folle e spietata virulenza.

Il presidente del Congresso Ebraico Mondiale, Ronald S. Lauder, incontra i giornalisti a Roma nella sede della Stampa Estera. Lo scopo è riferire il senso e i contenuti dell'incontro avuto ieri sera con Papa Francesco in Vaticano, da lui già conosciuto quando era cardinale in Argentina. E le parole del Pontefice sono chiare: «Nel mondo ci sono ancora grandi sofferenze, prima è stato il vostro turno, adesso è il nostro turno».

«Il Papa ha detto che siamo in una guerra mondiale caratterizzata da estremismi e combattuta in diversi momenti» riferisce Lauder, già ambasciatore in Austria ai tempi dell'amministrazione Reagan ed erede dell'impero farmaceutico Estée Lauder. «Il Pontefice ha detto che prima era il nostro turno mentre ora è il momento dei cristiani». «È stato un incontro insolito sotto molti punti di vista - aggiunge Lauder - abbiamo parlato delle centinaia di profughi in Giordania e provenienti dalla Siria, e il Papa mi ha detto di portare loro le sue preghiere». La verità è che «esiste solo un paese nel Medio Oriente in cui i cristiani sono al sicuro e il loro numero sta crescendo e questo è Israele. Mi chiedo come mai il mondo non reagisca: si è parlato tantissimo di Israele, durante le recenti vicende di Gaza, quando si è difesa come avrebbe fatto qualsiasi altro Stato, ma non si è spesa una parola sulle violenze ai cristiani». Lauder poi mostra un foglio con la lettera «nun» dell'alfabeto arabo. È la scritta, ormai tristemente nota, che l'Isis nella zona di Mosul e nella piana di Ninive affigge fuori delle porte delle famiglie di religione cristiana. «Viene usata per indicare le abitazioni dei cristiani in Iraq e Siria, esattamente come lo era la stella di David per gli ebrei». Un paragone con la

Shoa che rappresenta simbolicamente un monito e una presa di posizione fortissima per il leader della comunità ebraica mondiale.
«Il mondo non può rimanere in silenzio, - conclude Lauder - bisogna reagire. Il Papa mi ha detto che dobbiamo pregare insieme per la pace nel mondo e che ritiene che siamo nella terza guerra mondiale, che, a differenza delle prime due, non si combatte in modo unitario ma a pezzi». Infine una notazione sulla strategia del governo usa rispetto all'Is. «Gli Usa hanno imparato la lezione in Iraq, cioè che non possono agire da soli. Lo sforzo del Presidente Obama di creare una coalizione internazionale è molto positivo. La minaccia dell'Is è pericolosissima e va fermata prima che si allarghi.

Il problema per voi europei è che in molti partono dall'Europa per arruolarsi e poi ritornano qui».

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