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"È il primo dei dischi che faremo insieme"

"Ci siamo pensati come un'unica voce". L'ex Timoria: "La trap non ha valore"

"È il primo dei dischi che faremo insieme"

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RengaNek, così tutto attaccato. E se per caso non si intendesse appieno, ecco quella foto sulla copertina dell'album: Francesco Renga e Nek accomodati tra cavi e prese jack, come se quei fili conduttori, dove solitamente passa la loro voce cantata, fossero anche legami fisici. A dire che i due insieme stanno bene, e che per un po' le cose staranno così. Lo dicono chiaramente, a un certo punto: «Ci siamo pensati come un'unica voce», butta lì Francesco Renga, per poi aggiungere ironico: «E a proposito rassegnatevi, perché di album ne faremo altri». Intanto, RengaNek (Epic/Sony) sull'onda di due singoli già pubblicati, L'infinito più o meno e Il solito lido esce l'8 settembre insieme al nuovo singolo Inspiegabile. E non mancano i live, a cominciare dal grande evento sold out di questa sera all'Arena di Verona, a celebrare rispettivamente 40 (Renga) e 30 anni (Nek) di carriera, e una serie di date per tutta Italia da qui al 21 ottobre (il 7 ottobre a Milano, chiusura a Torino).

Quando due artisti pieni di medaglie pop sul petto collaborano in modo così serrato la formula nella quale ci si rifugia è sempre questa: progetto. «Ma io la chiamo semplicemente voglia: spiega ancora Renga di divertirsi, noi per primi, e di divertire la nostra gente. Perché la verità è che eravamo pronti, ognuno col suo disco, e poi ci siamo detti che valeva la pena fare questa cosa insieme. E non abbiamo pensato né a sfornare hit estive, né a inseguire passaggi radiofonici. Io avevo qualche pezzo nel cassetto che non avrei mai fatto da solo, ma con Filippo (Neviani, vero nome di Nek, ndr) tutto acquistava senso». Nemmeno Nek lo chiama progetto: «È una festa. Io e Francesco siamo amici da tempo, condividiamo valori come la famiglia e l'amicizia. La strategia è venuta solo dopo». I brani di RengaNek sono undici, e in essi le voci di Renga e di Nek fanno slalom agile, cedendosi reciprocamente il passo perché «ci siamo pensati, vero, come un'unica voce, ma sebbene si sia due tenori spiega l'ex voce dei Timoria io sono più drammatico, Nek è più ritmico e serrato».

A unirli, oltre a quei fili di cui sopra, una squadra di autori («Alcuni che condividevamo già», rivela Nek, c'è anche Giuliano Sangiorgi per Scrivi una canzone), tanto che «in questo disco ci siamo pensati più interpreti che autori». L'alcol, in dosi responsabili, ha fatto da brainstorming: «Una sera tardi, dopo una bevuta insieme, abbiamo cominciato a fantasticare, abbiamo immaginato questo disco e anche altri folli progetti: a un certo punto sono saltati fuori perfino i canti gregoriani». Ma non è finita, aggiunge Renga: «Abbiamo pensato anche a un album completamente rock sotto falso nome, e chissà che non uscirà prima o poi. Nek ha un'anima molto rock dal vivo, e io sono nato da lì, ma se lo facessi da solo tirerebbero fuori la storia che mi metto a rifare i Timoria». All'orizzonte, come detto, tutto è possibile per la coppia: «Sanremo? Con il pezzo giusto, perché no», dice Nek che, essendosi misurato anche con la conduzione tv in casa Rai (Dalla strada al palco) ammette: «Il Festival lo presenterei pure, anche se mi manca la gavetta. Il mito in questo senso resta Gianni Morandi: lui può fare tutto, è un vero entertainer: attore, conduttore, cantante, fa tutto con naturalezza e credibilità». Per ora, però, c'è questa avventura a due: «Siamo due over 50 conclude Renga dobbiamo fare ciò che ci piace, senza inseguire altro». In quell'altro c'è la scena musicale attuale, dominata dalla trap: «Io e Nek abbiamo figli adolescenti, ascoltano quella roba. Filippo si impegna a cercare di capirla, io no. Non riesco a vedere alcun valore in quello che sta succedendo: né nei testi, a volte agghiaccianti, tantomeno nella musica.

Questi artisti li sento tutti uguali».

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