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Ma quanto è iPratico il business stellato del mondo delle app

Il boom di un software di cassa simbolo dei 70mila posti di lavoro creati in Italia da iOs

Marco Lombardo

Va bene, che vi piaccia o no, è uscito il nuovo iPhone. Ma non è tanto una questione di smartphone, è il mondo che c'è intorno che ormai conta. Che forse ancora non si è capito quanto sia ormai il nostro mondo. Per esempio: entrate in un ristorante come il Savini di Milano. E visto il posto chiedete che l'ambiente non stoni con le vostre aspettative. Consultate il menù, fate un ordine, e scoprire che il compunto e professionale cameriere segna tutto su un iPad. E potrebbe farlo anche su un iPhone. Possibile? Certo, capita lì e in decine di locali e ristoranti (stellati e non) che hanno adottato un software chiamato iPratico, un'app nata in Italia e che rappresenta uno dei casi in cui il sistema Apple ha cambiato il modo di lavorare. Basta un tap sullo schermo per fare gli ordini, avere il conto, trasmettere all'Agenzia delle Entrate in un amen lo scontrino, così come richiesto dalle nuove norme in materia. E la cosa in più, è che iPratico lo fa anche strizzando l'occhio al design. Così come vuole l'economia dell'iPhone.

Già, sono numeri impressionanti, e Domenico Palmisani - fondatore di iPratico - spiega come mai un'azienda nata per fare registratori di cassa abbia deciso di sposare le potenzialità del sistema operativo di Cupertino. E già da una decina d'anni, «quando l'iPad ancora non c'era e l'iPhone era alla versione 3Gs». Una sfida, insomma: «Tutto in effetti nasce da quello. Avevo capito che il mondo della ristorazione poteva adeguarsi ai nuovi mezzi tecnologici, ma all'inizio la risposta dei tecnici è stata quella di sempre: ma no, non si può fare, non è mai stato fatto... Così io ho risposto: allora fatelo...». Risultato: il software di iPratico è arrivato alla terza generazione, e il 18 ottobre verrà lanciata la quarta, quella che interagisce anche con i comando vocali: «Bisogna stare al passo con i tempi - spiega ancora Palmisani. E dunque Siri entra come partner dell'operatore che ha in uso l'app». Un Siri cameriere più che maggiordomo, insomma. Con un'esperienza d'uso ancora più affascinante («Quando presentiamo il nostro software ai ristoratori restano a bocca aperta per la semplicità con cui si fa tutto presto e bene»), ma soprattutto - come Apple vuole - d'immagine. Design, si diceva, che coinvolge anche il cliente nelle operazioni di ordine e di pagamento: «Offriamo modernità e affidabilità. Avere iPratico nel proprio locale è diventato attrattivo nei confronti dei clienti». Soprattutto iPratico sta alimentando l'economia dell'iPhone allargando la sua azienda: negli ultimi 3 anni i dipendenti sono più che raddoppiati, con l'arrivo di ingegneri, gestionali, designer. E il caso di questa app segue il trend del business della Mela in Europa: oltre 1,5 milioni di posti di lavoro creati, con un guadagno per gli sviluppatori di 25 miliardi di euro dalle vendite in tutto il mondo. E in Italia i posti di lavoro arrivati grazie all'App Store sono ormai oltre 70mila, di cui 23.000 soltanto a Milano.

È questo, alla fine, a spiegare perché l'iPhone non sia solo uno smartphone e perché il gusto di mangiare in un posto come Savini (o da Vittorio, o in altri 5000 locali molto cool) non stia solo nel piatto da ordinare sullo schermo.

Ma continui dopo aver fatto tap, per diventare la nuova economia del mondo.

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