Quell’«atomica» della Maddalena

Un amico editore mi diceva sempre che un best-seller, quando supera un certo numero di copie vendute, non si può più chiamare così perché non è più un fenomeno editoriale, ma diventa un fatto di costume. Esempi: Il nome della rosa oppure Va’ dove ti porta il cuore. Quando però il limite del costume viene a sua volta superato, come lo chiameremo? Dovremmo forse parlare di evento storico. Il codice Da Vinci può essere paragonato non ad altri libri, ma a fatti come le elezioni presidenziali americane o il nucleare in Iran.
Lo sapevate, ad esempio, che nel 2004 il 25 per cento della gente credeva che Maria Maddalena fosse la donna di Gesù? Qualche purista mi ricorda che gli eventi relativi alla vita coniugale del Signore sono solo un aspetto marginale del libro. Ok: ma, come dicono a Roma: alla faccia dei margini!
Qualcuno domanderà: ma di fronte al nucleare in Iran chi se ne frega della Maddalena e di cosa pensa la gente? Invece il problema non è da poco, anche per chi non crede. Qui la prima battaglia non è tra chi li preferisce sposati e chi vuole difendere la Chiesa, ma tra chi è ancora interessato all'accertamento dei fatti e chi non lo è più.
Parlare dell'Occidente latino e cristiano vuol dire parlare del problema della storia, del suo rigore, della sottomissione delle interpretazioni all'incontrovertibilità dei fatti. I Francescani agli inizi del '900 in Palestina e papa Pio XII a Roma (tomba di Pietro) hanno accettato di mettere a repentaglio la fede purché il suo fondamento storico fosse accertato.
Non è semplice apologetica, questa. È lo spirito stesso della nostra civiltà: laico perché cristiano, cristiano perché laico. Mi ha fatto una certa impressione, in questo senso, leggere l’interessantissimo libretto Maria Maddalena di Regis Burnet (San Paolo, pagg. 136, euro 9), da cui ho tratto anche la notizia di cui sopra, che ci mostra le trasformazioni di questo personaggio - di cui storicamente sappiamo pochissimo - a seconda del costume e della mentalità dei tempi.
Il sottotitolo, «Dalla peccatrice pentita alla sposa di Gesù» ci dice chiaramente che non si tratta di un libro sulla Maddalena o su Gesù, ma su di noi.


Vorrei concludere il mio discorsetto sull’importanza della storia ricordando che i luoghi comuni sono molto più inamovibili della storia, e che dai fatti - anche quelli brutti - può sempre nascere del bene, mentre è più difficile che questo succeda quando ci sono di mezzo le passioni e i preconcetti. Viva la ragione!

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