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Il re delle papere, l’ultima commedia di Eduardo

La commedia di Eduardo, perfetto titolo a testate unificate per le prime papere del portiere portoghese del Genoa, ormai è ufficialmente diventata tragedia. Una perfetta tragedia greca, con tanto di lacrime dell’interessato (il suo viso triste, sempre più triste, secondo alcune testimonianze, si è venato di lacrime negli spogliatoi qualche settimana fa); di coro di sostegno della Gradinata Nord, covo dei tifosi genoani; di amici (Preziosi, Ballardini) che sostengono il suo copione e di avversari che potrebbero detronizzarlo: da Marchetti a Doni, nel mercato di gennaio, fino - molto più minimalisticamente - a Scarpi o Perin sulla panchina rossoblù.
Poi, come in ogni tragedia che si rispetti, ci sono gli sciacalli. Appollaiati sul ramo ad aspettare la prossima papera. Per definizione, eternamente la penultima. E gli sciacalli sono gli attaccanti (ma anche i centrocampisti e i difensori, forse persino i colleghi portieri) di tutte le altre squadre di serie A, che sembrano non vedere l’ora di incontrare Eduardo per sottoporlo a un tiro a segno dal più che probabile esito positivo.
L’incredibile gol subito a Firenze, che ha vanificato il miglior Genoa da trasferta degli ultimi anni, è solo l’ennesimo tassello di una collezione di papere ed errori che, fra l’altro, non lascia intentato nulla o quasi nella galleria degli orrori dei numeri 1, introducendo anche alcune novità mai viste: si va dalla palla persa in area in stile saponetta di Firenze, all’uscita a mezz’area contro il Milan, quando la punta del piedone di Ibra si infilò alla perfezione fra Ranocchia e Dainelli. Dalla palla di Stankovic contro l’Inter, che sarebbe stata destinata a non passare alla storia e nemmeno alla cronaca, se Eduardo non si fosse messo male sulla linea di porta, ingannato dalla traiettoria, all’uscita a vuoto messa in mostra contro l’Udinese, quando Di Natale lo infilò quasi incredulo per il cortese presente. Fra l’altro, la palla ciccata è quasi una specialità della casa, visto che Eduardo l’ha messa recentemente in mostra anche con la maglia della nazionale portoghese. Al confronto, il resto della collezione autunno-inverno di Eduardo è quasi la normalità: dall’auto-autorete con la Juve alla palla non trattenuta contro il Parma, gentilmente donata a Crespo, uno che notoriamente non si lascia intenerire e ha immediatamente infierito.
Insomma, oggi parlare di Eduardo rischia di essere un inutile accanimento contro un bersaglio facile. Eppure, la gran parte dei tifosi, in particolare quelli organizzati, lo difende; il tecnico Ballardini, allenatore dalla straordinaria carica umana e persona perbene nel senso più vero, non perde occasione per ribadirgli la sua fiducia e anche Paulo Bento, commissario tecnico del Portogallo, l’ha nuovamente convocato per la nazionale. Ricordandosi di quando fu il miglior portiere del Mondiale, con un solo gol subito, contro i futuri campioni della Spagna, dopo averne salvati a decine.

Migliore in campo ed eliminato: l’ennesima tragedia di Eduardo, ragazzo d’oro e persona perbene. Basterà per restare fra i pali del Genoa?

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