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La rete ippica a fine mese rischia di ridimensionarsi

Per l'ippica continuano i tempi «avversi». Preoccupa il fatto che il 30 giugno prossimo le concessioni Lottomatica, Sisal e Snai, per i concorsi sportivi, ippica nazionale e Tris, scadranno mentre la rete sorta dal bando Aams non riuscirà ad essere completamente realizzata. Diminuiranno quindi i proventi e sorgeranno nuove preoccupazioni economiche. E, se tutto questo non bastasse, c'è stata di recente l'emanazione, in due tempi, del calendario delle giornate di corse sugli ippodromi italiani (dal 1° giugno al 31 dicembre 2007) che altre preoccupazioni farà nascere. Si è cercato di diminuire il numero delle corse italiane cosiddette «di bassa categoria» (differenziate) che erano le uniche positive per gli introiti dell'Unire, in quanto vengono retribuite alle Società di corse con il solo 0,70% sul totale delle scommesse ed hanno premi di traguardo talmente bassi, meno di 20.000 euro per il totale delle sei corse giornaliere, che portano ad un modesto esborso per l'Ente. Secondo i vertici Unire tale tipo di corse danneggiavano l'immagine dell'ippica e, pertanto, queste, ritenute in sovrannumero, sono state sostituite da eventi su ippodromi esteri, spesso di basso livello e con minimo risparmio, perché se è vero che l'Unire non paga il premio al traguardo ai cavalli vincitori nelle corse estere, esborsa però il 3% sul gioco contro lo 0,70 che concede alle «differenziate nazionali». Non riportiamo l'elencazione di tutti i movimenti del gioco nelle giornate del 9 e 10 giugno scorsi, ma credeteci che i soli ippodromi con segno positivo per le entrate sono stati quelli che hanno effettuato corse «differenziate». Tutti gli altri che hanno avuto maggior prelievo percentuale sulle scommesse, l'1,50% anziché lo 0,70%, trattandosi di corse «ordinarie», e che hanno avuto dotazioni di premi rilevanti per ogni singola corsa, hanno prodotto prevalentemente per l'Ente perdite notevoli di denaro. La questione si aggraverà proprio nel periodo estivo quando l'avvio delle corse notturne produrrà, per i fortunati impianti che, a spese dell'Unire, hanno istituito ristoranti e pizzerie, molto gioco sul campo che graziosamente verrà retribuito con il 20% degli introiti, assorbendo così più della metà del totale del prelievo, pari al 30%, di cui usufruisce l'Unire.
Per spiegarci meglio, la percentuale sul gioco attribuita agli ippodromi è dello 0,70% per le corse «differenziate», l'1,50% per le corse «ordinarie» ed il 20% su tutte le scommesse effettuate presso gli sportelli del campo.
Le corse «differenziate» sono sei per riunione e si svolgono in ore scomode, ossia matinée e preserali, quando non esiste la necessità di ristorazione e quindi con poco pubblico, e il forte gioco sul campo si avrà solo nelle corse in notturna quando gli spettatori estivi e vacanzieri, perlopiù occasionali e spesso ben dotati di danaro, seduti ai loro tavoli affideranno a gradevoli «veline» scommesse neppure ben valutate, da portare agli sportelli e ritirando anche, se nel caso, la vincita.
La massima dirigenza ippica, di conseguenza, calibrerà il calendario delle corse in modo da «facilitare» alcuni impianti, magari a scapito di ippodromi che hanno prevalentemente corse «differenziate», perché non richiamino l'attenzione sul fatto che si può rendere molto spendendo poco.

E ciò non va bene, perché i «grandi ippodromi», per sopravvivere, hanno bisogno assoluto di assistenza e beneficenza, essendo i loro risultati economici attuali perlopiù passivi.

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