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Riflettori sul «The Open» Ma senza il ruggito di Tiger

Al via a Birkdale il torneo più prestigioso senza il numero uno. All’Argentario sfida in rosa per il Bmw Ladies Open

Quando Willie Park vinse la prima edizione dell'Open Championship nel 1860 dovette solo preoccuparsi di rientrare in fretta e furia nel pro shop di Musselburgh per continuare il suo lavoro di fabbricante di bastoni. Oggi il vincitore incassa 750mila sterline su un montepremi totale di 4,2 milioni. Il terzo Major dell’anno ci ha messo molto meno delle 136 edizioni sin qui giocate per diventare la gara più carismatica al mondo, il torneo British che più British non si può, che dà gloria imperitura e non soltanto perché il nome del vincitore viene inciso sulla base della Claret Jug. Gli inglesi lo chiamano «The Open» e la loro non è arroganza, è puro realismo e rispetto per un torneo che sa come custodire le più pure tradizioni del golf. The Open è un torneo così particolare da riservare gloria anche a chi è arrivato secondo. È stato così a Muirfield nel 1972 per Lee Trevino, per Doug Sanders nel 1970 a St. Andrews, dove 25 anni dopo entrò nella storia anche il nostro Costantino Rocca, e per Jean Van de Velde a Carnoustie nel 1999, passato alla cronaca per essere rimasto per almeno dieci minuti, a piedi nudi e con i pantaloni rialzati (un misto fra l'ispettore Clouseau e Jacques Cousteau), nel Barry Burn nel disperato tentativo di riuscire a giocare la palla sott’acqua.
Grandi storie stanno per essere raccontate a Birkdale per la conquista della storica coppa in quello che è e rimane uno dei più memorabili appuntamenti dello sport cui assistono mediamente 250mila persone dal vivo e oltre due milioni davanti al video. L’evento sarà trasmesso in diretta su SkySport da giovedì a domenica, a partire dalle 12.30.
Per la nona volta l'Open Championship approda al Royal Birkdale. Questa volta troveranno posto anche molti partecipanti spesso trascurati perché sempre offuscati dall'ombra del «Grande Assente». Infatti, per la prima volta dal suo passaggio al professionismo nel 1997, Tiger Woods non sarà in campo in un Major e assisterà al torneo dal suo divano in Florida dove si sta riprendendo dall'intervento al ginocchio seguita all’US Open. Per molti sarà una buona occasione e lo sarà soprattutto per coloro che subiscono l'influenza psicologica del Fenomeno. Sarà la prima volta per Colin Montgomerie che non ha mai vinto un Major e che sta faticosamente tentando di conquistare un posto nel team europeo di Ryder Cup? Sergio Garcia sarà ancora tormentato dai fantasmi della bruciante sconfitta dell'anno scorso a Carnoustie? Ernie Els riuscirà a uscire dal limbo nel quale giace da almeno tre stagioni? Phil Mickelson confermerà di essere veramente in Numero Due al mondo, tanto più che in campo non c’è la sua Bestia Nera? Justin Rose sarà ancora inebriato dall'aria di Southport esattamente come dieci anni fa quando imbucò quell’approccio alla 18 che gli cambiò la vita?
Il long weekend del 17-20 luglio coinvolge in prima persona anche il nostro Paese con la disputa del BMW Ladies Italian Open con la novità del cambio di data e di sede. Teatro saranno le nuove 18 buche disegnate dall'architetto David Mezzacane e dal campione Baldovino Dassù dell'Argentario Golf Club, in Toscana. Dopo l'esperienza delle quattro edizioni romane, le migliori giocatrici del circuito professionistico europeo (Ladies European Tour) si spartiranno il montepremi di 400mila euro (di cui 60mila alla vincitrice), uno dei più elevati del Ladies European Tour.
L'edizione numero 21 del nostro Open vede al via tutte le migliori europee capitanate dalla francese Gwladys Nocera, attualmente leader della money list. Fatta salva l'assenza di Suzann Pettersen - che stabilmente gioca negli States - al via tutte le vincitrici dei tornei sin qui giocati per un parterre de roi che promette gran bel gioco.

In campo ben venti italiane (fra cui sei dilettanti) con la speranza di riuscire finalmente a conquistare quel titolo che non è mai stato vinto da un'azzurra.

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