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Ritorno al passato La seconda vita delle società di mutuo soccorso

In Italia ne sono state censite più di mille. Sono cresciute con la crisi del welfare e concentrate al Centro-Nord

Ritorno al passato La seconda vita delle società di mutuo soccorso

Mutualità. È questa la nuova parola d'ordine nel mondo del welfare. Perché se a livello statale il sistema è indebolito, oggi esistono moltissime proposte integrative che puntano proprio sulla condivisione. Alcune realtà sono nuovissime, altre sono frutto delle esperienze del passato. Fra queste ultime ci sono le società di mutuo soccorso, organizzazioni senza fini di lucro nate nella metà dell'Ottocento con l'obiettivo di fornire assistenza ai cittadini e oggi tornate in auge proprio a causa delle carenze dei servizi pubblici. La loro diffusione è sempre più capillare, basti pensare che in Italia ne sono attualmente censite 1.114, come conferma una recente indagine dell'associazione Isnet. Di queste però solo 509 sono quelle effettivamente attive, perché svolgono attività non occasionali a favore dei soci in cambio di quote annuali. La maggior parte è concentrata al Centro-Nord. L'età media dei soci è compresa tra 50 e 60 anni, e sono più gli uomini - circa il 67 per cento - a scegliere un modo più solidale per affrontare situazioni di malattia, infortunio e svantaggio sociale. I servizi offerti vanno dall'erogazione di trattamenti e prestazioni socio-sanitari nei casi di infortunio, malattia e invalidità sul lavoro, alla distribuzione di sussidi in caso di spese sanitarie.

COSA FANNO

Ma non finisce qui, perché oggi le società di mutuo soccorso offrono anche molti altri servizi: assistenza familiare; contributi economici in caso di gravissimo disagio; attività di carattere educativo e culturale; iniziative di sensibilizzazione delle comunità locali sulla prevenzione sanitaria; promozione di mutualità integrativa e volontaria attraverso convegni, dibattiti, conferenze, iniziative di sostegno allo studio; sviluppo di una rete di convenzioni con erogatori di servizi socio-sanitari e assistenziali; definizione di intese con enti o istituzioni per promuovere, con modalità mutualistiche, servizi sanitari e assistenziali quali cure dentarie, assistenza domiciliare alla non-autosufficienza temporanea e permanente, onoranze funebri, servizio badanti e servizi di accompagnamento soci; promozione di mostre, convegni e interventi per la valorizzazione e il restauro del patrimonio storico-culturale delle società stesse.

Il segreto del loro successo sta nella capacità di offrire assistenza a 360 gradi, senza particolari vincoli. Perché a queste realtà può rivolgersi qualunque cittadino che, in cambio di una quota associativa annuale, contribuisce alla sopravvivenza della società di appartenenza ottenendo anche la possibilità di partecipare all'assemblea dei soci. In questo modo qualunque iscritto può usufruire dei servizi offerti grazie al meccanismo della mutualità.

«Di fronte all'indebolimento di altre organizzazioni intermedie rappresentano una risorsa importante per tanti territori spiega Marianna Cavazza, dell'università Bocconi di Milano -. Queste realtà sono diventate un'importante alternativa al welfare aziendale, al quale è possibile accedere solo se si è dipendente di un'impresa che abbia deciso di investire in questo ambito. Dato l'andamento del mercato del lavoro, caratterizzato da una quota crescente di lavoratori con contratti alternativi a quelli a tempo indeterminato, aumentano le persone che non possono usufruire di questi benefit aziendali e che quindi possono rivolgersi a meccanismi diversi». Non è un caso che abbiano ricominciato a svilupparsi e a crescere negli ultimi anni. La loro versione contemporanea ha proprio l'obiettivo di compensare i servizi che le aziende e lo Stato non riescono a fornire in modo capillare. E tutto questo avviene attraverso meccanismi di mutualità delle risorse.

EDUCAZIONE E ASSISTENZA

Attualmente nel nostro Paese esistono due diversi tipi di società. «Innanzi tutto c'è un gruppo ristretto di dieci realtà specializzate nell'ambito della sanità integrativa raccolte nel consorzio Mu.Sa., aderente a sua volta alla Federazione italiana mutualità integrativa volontaria. Queste hanno organizzato una rete nazionale di strutture convenzionate e forniscono coperture sanitarie integrative ai soci. La loro presenza si affianca quindi ai fondi sanitari integrativi derivanti dalla contrattazione aziendale e nazionale fornendo servizi simili prosegue l'esperta -. Inoltre esistono strutture di origine territoriale, oltre alle società operaie di mutuo soccorso e alle società agricole operaie di mutuo soccorso, nate appunto dall'associazione di operai e contadini di un determinato luogo. Normalmente sono attive nei campi della socializzazione, istruzione ed educazione, assistenza sociale e supporto economico in caso di infortunio o decesso. Rispetto al passato, oggi queste realtà forniscono servizi che vanno in qualche modo a integrarsi nel sistema di welfare esistente fornendo, per esempio, borse di studio o copertura della spesa per i libri di testo. Inoltre facilitano i cittadini nelle pratiche burocratiche legate ai diversi momenti della vita».

Per poter funzionare devono essere iscritte nel registro delle imprese della Camera di commercio di riferimento, oltre che alla sezione sociale dell'Albo delle società cooperative presente nel ministero dello Sviluppo economico. Il segreto del loro successo è anche la notevole semplicità di gestione.

IL TARGET

«Abbiamo registrato una crescita, che corrisponde all'aumento della domanda di prestazioni socio-assistenziali e socio-sanitarie dice Placido Putzolu, presidente della Federazione italiana mutualità integrativa volontaria -. Operiamo in un ambito nel quale le competenze sono prevalentemente pubbliche, noi non facciamo altro che integrarle quando non sono in grado di intercettare i bisogni di tutti i cittadini». Il boom, negli ultimi anni, riguarda soprattutto i fondi sanitari integrativi. «Sono rivolti soprattutto ai lavoratori dipendenti, ma noi gestiamo anche altri fondi sanitari aperti a tutta la collettività, in modo che chiunque sia iscritto alla società di mutuo soccorso possa usufruirne», aggiunge l'esperto. I servizi maggiormente richiesti riguardano proprio l'ambito sanitario per il quale oggi le famiglie italiane spendono circa 40 miliardi di euro l'anno, data la contrazione dei servizi erogati dallo Stato. «La domanda più alta è per le prestazioni odontoiatriche, per i ticket, per la non autosufficienza e per le visite specialistiche quando le liste di attesa sono infinite conclude Putzolu -. Anche il target degli utenti è cambiato rispetto al passato. Oggi alle società di mutuo soccorso si rivolgono anche i giovani lavoratori. La platea si è allargata, così come la necessità di prestazioni integrative».

Ecco perché la loro presenza è sempre più importante e apprezzata.

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