La rivolta degli allevatori
21 Luglio 2005 - 00:00Lassessore Valentini sotto accusa. Confagricoltura: «Bisogna gestire lemergenza senza cadere nellallarmismo»
Giacomo Legame
Non bastava il «fuoco amico» piombato su Marrazzo per le spese della Regione Lazio. Ad «avvelenare» il quasi-esordio della Giunta guidata dallex anchorman della terza rete Rai sono arrivate le complicazioni causate dal fiume di fiele che due giorni fa sè riversato nella Valle del Sacco, in Ciociaria. Non solo per limprovvisa morìa di 25 bovini che laltro ieri serano abbeverati a un rivolo che si immette nel fiume Sacco, nel quale confluiscono scarichi industriali. Ma soprattutto per i potenziali «rimedi» di cui nei giorni scorsi sè dibattuto a lungo in vertici e conciliaboli, e che hanno convinto gli allevatori della zona a sfoderare lascia di guerra.
La settimana prossima lattivismo di Marrazzo e del suo assessore allAgricoltura Daniela Valentini (Ds) troverà infatti un fuoco di sbarramento in una mobilitazione di massa che le organizzazioni sindacali agricole stanno predisponendo per scongiurare lo spettro che si profila allorizzonte: labbattimento generalizzato del bestiame che vive nella zona colpita dallinquinamento. Se per la Valentini si tratta infatti dell«unico strumento», Confagricoltura e Cia - sindacati di settore - non vogliono nemmeno sentirne parlare. «Il problema non si risolve abbattendo il bestiame, ma individuando in fretta, caso per caso, le fonti di inquinamento per accertarne le cause, le responsabilità e gli adeguati rimedi - afferma Maria Rosaria Diurni, presidente Confagricoltura di Frosinone -. Gli animali si confermano preziose sentinelle ambientali che segnalano inquinamenti prima che essi aggrediscano luomo. Eliminato il bestiame, saranno gli esseri umani a fare da cavia. Le autorità devono gestire lemergenza senza generalizzare e senza fare allarmismi». Un fuoco di fila anche dalla Cia, che per bocca del presidente provinciale Mario Mancini ha spiegato che «lincidente di ieri non può essere il pretesto per generalizzare. Cè lassoluta necessità di concludere in fretta gli accertamenti e di programmare, altrettanto in fretta, un programma di risanamento ambientale di tutta la valle».
Intanto la Valentini ha compiuto un sopralluogo ad Anagni (nel cui territorio ricade la zona colpita), e al termine ha fatto sapere che «cè stato un avvelenamento e non un inquinamento», pertanto bisogna «dare un segnale agli agricoltori di questa zona perché sono spaventati».
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