Cultura e Spettacoli

RMC, LA CLASSE REALE VA IN ONDA

Confesso, prima ancora di iniziare. Quando mi sintonizzo su Radiomontecarlo (o Rmc per chi ama i codici fiscali), mi basta il jingle per andare in brodo di giuggiole. La voce francesina con cui l’annunciatrice annuncia che siamo su Radiomontecarlo, con tanto di erre moscissima capace di far sognare, basta e avanza per non schiodarsi dalla frequenza.
Quindi questo è un pezzo di parte, dichiaratamente di parte. A me Radiomontecarlo piace. E trovo perfetta la linea editoriale della famiglia Hazan, che della radio è il cuore pulsante e il cervello. A differenza di Radio 105, che pure ha gli stessi editori, ma mi piace poco. Questione di gusti, è il bello della critica.
Radiomontecarlo, invece, è qualcosa da cui è difficilissimo prescindere: se la conosci non la eviti. Perché, da quarant’anni, è una radio che ha uno stile e una linea editoriale precisissimi, dei quali è ormai quasi impossibile fare a meno: la classe. Certo, poi, la classe e la stessa definizione di classe sono qualcosa di variabile con il passare degli anni, adattabili al contesto storico: un tempo era classe Herbert Pagani, Roberto Arnaldi, Ettore Andenna, Awanagana o Luisella Berrino.
Oggi è cambiata l’Italia, è cambiata la moda, è cambiata la classe, è cambiata Radiomontecarlo. È rimasta Luisella Berrino, pezzo di storia di Rmc, pezzo della storia della radio tout court e caso da guinness dei primati di fedeltà a un’emittente: trent’anni di diretta quotidiana o quasi. Non serve aggiungere altri particolari.
Il resto è stile, che si respira in ogni programma e in ogni voce, soprattutto quelle femminili, capaci di far sognare e di trasmettere emozioni e bellezza via etere: Patrizia Farchetto, Monica Sala, Erina Martelli e, soprattutto, Jackie e Kay Rush, le voci più esotiche e più evocative a disposizione. Kay, in particolare, su Rmc vive una seconda giovinezza: la scapigliatura di chi l’ha conosciuta a Deejay Television, in un’altra era televisiva e radiofonica, lascia spazio a toni soffusi, suoni quasi sussurrati, quasi una lentezza programmatica che rende ancor più bella e sognante la sua trasmissione. Erotica.
E poi, sopra a tutto, Monte Carlo Nights (trasmissione e cd omonimi), che dello stile di Rmc è quasi la sublimazione. I viaggi onirici di Nick The Nightfly e i suoi sogni di note, dolcissimi e avvolgenti, che raccontano mirabilmente la linea editoriale musicale della radio più elegante dell’etere. Notti di musica dove è possibile trovare gioiellini come Let’s never stop falling in love di Pink Martini (provare per credere sul volume 4 di Radio Monte Carlo Nights), che valgono la radio.

E valgono l’insonnia.

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