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La Roma vola senza Cassano

Dimitri Canello

da Treviso

Sosta, panettone, Natale. Parole che spaventano qualsiasi allenatore. Spalletti, in particolare, doveva esserne terrorizzato, visto che lo score del primo mese dell’anno lo voleva quasi sempre dietro la lavagna. La Roma, invece, comincia il 2006 nel migliore dei modi. Passa a Treviso per 1-0 mostrando una solidità notevole nonostante una rosa spuntata all’osso: mancano Mancini, Montella, Nonda, De Rossi, Kuffour e Kharja, senza contare l’addio di Cassano, con Spalletti che però dice: «Io mi tengo Totti». Cavasin, invece, ormai è alle corde. Notizie preoccupanti su tutto il fronte: Borriello è nullo, la squadra non tira in porta, la qualità è scarsa.
Totti, guardato a vista da Cottafava e da Parravicini, riesce ugualmente a smistare palloni con classe e precisione, ma Spalletti capisce che qualcuno in difesa si distrae pericolosamente. Come al 18’, quando Antonio Filippini, in pieno clima derby, spedisce a lato alla destra del palo di un capello, con Doni battuto. Lentamente, però, la Roma cuce e rattoppa. Al 34’ ecco il vantaggio: Parravicini ringhia sulle caviglie di Totti, Ivaldi segnala il fallo e il capitano gioca d’astuzia, servendo subito Aquilani. Controllo e tiro (deviato da Gustavo): gol, il primo in A per il romano. Grandi proteste del Treviso, a prima vista ingiustificate, per una segnalazione non compresa.
Grande nervosismo nella ripresa, a scatenare la bagarre è un intervento scomposto di Gustavo su Totti. Il Treviso non ferma l'azione, Racalbuto nemmeno e Dacourt si fa ammonire per aver sbarrato la strada a Emanuele Filippini. Poi il Treviso sfiora più volte il pari (Dellafiore di testa appoggia a lato da ottima posizione). Al 33’ Perrotta, il migliore in campo, scambia con Totti nell’azione più bella della partita. Il tiro del capitano è alto di poco, ma la Roma dimostra di aver superato il momento peggiore e chiude la partita senza affanni. E alla fine il capitano giallorosso sceglie la strada della diplomazia per rispondere all’ex compagno di squadra Cassano. «Gli faccio l’in bocca al lupo e gli auguro di esprimere tutto il suo valore. Quello spagnolo è il suo calcio, lì farà bene. Lui non ci ha salutato, lo facciamo noi con affetto».

E su Zidane, convinto che il barese sia più forte di Totti, risponde: «È un suo parere e va rispettato, in molti la pensano diversamente».

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