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Rushdie: "Qualcuno si spaccia per me su Twitter" I social network mietono un'altra vittima illustre

Il popolare romanziere, deciso a darsi al microblogging, ha tentato di aprire un profilo su Twitter. Solo per scoprire che un Salman Rushdie sul social network c'era già. Un caso d'omonimia? No, un più banale furto d'identità

Rushdie: "Qualcuno si spaccia per me su Twitter" 
I social network mietono un'altra vittima illustre

I prodigi dei social network possono fare tanto per la promozione di un prodotto, qualsiasi esso sia, libri compresi. Sembra averlo capito anche il romanziere Salman Rushdie, che nei giorni scorsi ha pronunciato il fatidico "sì", aprendo un profilo su Twitter. Ansioso di poter iniziare a cinguettare i suoi messaggi, l'autore si è però trovato davanti a un problema non da poco. Un Salman Rushdie su Twitter c'era già. Un caso d'omonimia? Non esattamente. Più che altro qualcuno che si spacciava per lui e che aveva ben pensato di dare al suo profilo social il nome del famoso romanziere. Una circostanza scomoda che ha destato l'ira di Rushdie, ansioso di riavere indietro la sua identità rubata.

La "Furia" di Salman Piuttosto minacciosi, come ha notato il Guardian, i primi messaggi di Salman, che ha riversato sul ladro di identità una serie di pressanti richieste perché cambiasse nickname, permettendogli di rimanere in contatto con i suoi lettori e di abbandonare il ridicolo nome che aveva dovuto adottare: "SalmanRushdie1". Dal canto suo il Salman fasullo non sembra intenzionato a rimediare al piccolo torto e a lasciare il nome utente che non gli appartiene. E al romanziere, quello vero, è toccato anche il fuoco di fila delle domande dei fan, incuriositi dalla vicenda, che hanno fatto di tutto pur di riuscire a capire chi dei due mentisse e chi fosse il vero Rushdie.

Tra le vittime illustri anche Kate Moss e Obama Come si concluderà la vicenda non è ancora dato saperlo. Quello che però è certo è che Salman Rushdie è solo l'ultimo di una lunga schiera di personaggi famosi che si sono trovati ad affrontare situazioni simili. Tra di loro Kate Moss, che invano continua a spiegare che non frequenta i social network e che quindi MossKate, profilo Twitter che vanta migliaia di contatti, non ha nulla a che fare con lei. E da problematiche con i social network non sono escluse neppure personalità del mondo politico come Barack Obama, che dovette penare non poco per far capire ai suoi sostenitori che qualcuno era riuscito a entrare nel suo profilo twitter, inviando a centinaia di migliaia di contatti proposte governative di sconti sul carburante, da ottenersi tramite la sottoscrizione di un semplice questionario.

Per la Casa Bianca un imbarazzo non da poco.

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