Con il termine reflusso gastroesofageo si intende la risalita di contenuto acido nell'esofago, ovvero il canale che collega la bocca con lo stomaco. Quest'ultimo, nell'atto dell'alimentazione, riesce a far progredire il cibo deglutito verso il basso grazie alla forza di gravità e ad una serie di movimenti ritmici. Il passaggio del bolo è regolato dallo sfintere esofageo inferiore. Si tratta di una specie di valvola muscolare che, aprendosi, consente il transito del cibo e chiudendosi, invece, impedisce la risalita verso l'alto dei succhi gastrici. Il disturbo da reflusso si presenta nel momento in cui lo sfintere si rilascia nel momento non opportuno e tale condizione diventa patologica se si verifica troppo spesso o se il contenuto gastrico è eccessivamente acido.
Come già detto la causa principale del reflusso gastroesofageo è l'alterata funzionalità dell'omonimo sfintere. Un altro fattore determinante è senza dubbio il rallentato svuotamento gastrico. Il cibo, una volta triturato e amalgamato con la saliva, giunge nello stomaco e qui può rimanere per tempi più o meno lunghi. Tanto maggiore è la sua permanenza gastrica, tanto più importanti sono le probabilità che si verifichi il disturbo. Questo, inoltre, può essere determinato anche da alterazioni salivari. Altri fattori responsabili sono: la gravidanza (il feto comprime lo stomaco e facilita la risalita di acido), l'obesità, il fumo di sigaretta e l'ernia iatale, specie se di grosse dimensioni. Ansia e stress, poi, acuiscono la sintomatologia.
Le manifestazioni tipiche del reflusso gastroesofageo comprendono bruciore retrosternale (pirosi), rigurgito e percezione di risalita di materiale acido lungo l'esofago. In alcuni soggetti, nella fase acuta, può verificarsi uno spasmo esofageo. Tale contrazione involontaria provoca a sua volta un dolore retrosternale simile a quello dell'angina pectoris. L'algia, associata spesso a pasti abbondanti, peggiora con gli sforzi e con la posizione supina e si accompagna a disfagia. Si verificano altresì sintomi atipici con localizzazione extraesofagea in grado di colpire gola e apparato respiratorio. Il soggetto accuserà, dunque, raucedine, disfonia, asma, tosse cronica, laringiti e faringiti.
La cura del reflusso gastroesofageo si basa sulla terapia farmacologica e sull'adozione o correzione dello stile di vita. Tre sono le classi di farmaci maggiormente impiegate. Innanzitutto i procinetici che accellerano il tempo di svuotamento dello stomaco. Ancora i protettori della mucosa esofagea. Non ultimi gli inibitori della pompa protonica e gli antagonisti dei recettori H2. Per ottenere un miglioramento del quadro clinico è fondamentale, infine, apportare una serie di modifiche alla propria routine giornaliera:
- Non indossare vestiti stretti;
- Innalzare di 20-25 centimetri la testiera del letto;
- Evitare il consumo di alcol e di fumo;
- Moderare il consumo di cibi quali: cioccolata, caffè, tè, menta, agrumi, cipolle, pomodori;
- Ridurre i grassi e i fritti;
- Non stendersi a letto subito dopo aver mangiato.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.