Cultura e Spettacoli

Stretta sul fumo, registi sul piede di guerra: scoppia la polemica

L'appello dei registi italiani contro la stretta. Sirchia: "C'è una lobby dei produttori di tabacco che interviene per mettere scene di fumo"

Stretta sul fumo, registi sul piede di guerra: scoppia la polemica

Da Gabriele Salvatores al premio Oscar Paolo Sorrentino, passando per Paolo Virzì. Tutti insieme al grido di: "Lasciate libera l'arte". È questo l'appello che i registi italiani hanno voluto rivolgere al ministro della Salute Beatrice Lorenzin in una lettera apparsa su Repubblica, a proposito della annunciata stretta antifumo che vieterà le sigarette anche all'interno di film e serie televisive.

"Sentiamo di dover esternare- scrivono nella lettera- il nostro stupore e la nostra preoccupazione che ne possa venir fuori una norma che limiti in modo, scusate, davvero ridicolo la possibilità di raccontare la vita delle persone nei film. Peraltro questa ipotesi di norma, per fatale coincidenza emerge proprio in giorni nei quali siamo tutti scioccati da orribili eventi che feriscono la libertà di espressione, vicende che ammutoliscono e che sembrano lontanissime da questa sciocchezza, ma che, a ben guardare non sono poi così lontane."

Ed i registi non ci stanno e non accettano i paletti voluti dal ministero. "Il cinema la letteratura, l'espressione artistica in generale non rispondono e non dovrebbero mai rispondere ad alcun indirizzo, anche il più onorevole, il più giusto, il più sano, il più edificante."

Sono nomi illustri, molto noti al grande pubblico, quelli che hanno firmato l’appello al ministero: Niccolo Ammaniti; Francesca Archibugi; Roberto Cicutto; Umberto Contarello; Saverio Costanzo; Nicola Giuliano; Filippo Gravino; Daniele Luchetti; Mario Martone; Andrea Molaioli; Antonio Monda; Enzo Monteleone; Gabriele Muccino; Domenico Procacci; Andrea Purgatori; Ludovica Rampoldi; Gabriele Salvatores; Paolo Sorrentino; Riccardo Tozzi; Paolo Virzì.

La polemica

Ma, se da una parte c’è chi inneggia alla libertà di espressione (trascinato anche dai recenti fatti di cronaca), dall’altra c’è l’ex ministro della Salute Girolamo Sirchia, padre della legge italiana anti-fumo (fresca di decennario), che frena gli entusiasmi e bacchetta i registi. "Bisognerebbe far scorrere la striscia "il fumo nuoce gravemente alla salute, perché in tutti gli altri modi si tratta di pubblicità nascosta promossa dai produttori di sigarette". Una proposta che somiglia più ad una dichiarazione quella lanciata da Sirchia: "Sappiamo bene - attacca Sirchia in un’intervista all’Agi - che c'è una lobby dei produttori di tabacco che interviene per mettere scene di fumo.

Dubito che questo sia necessario all'arte, è necessario più alle tasche di questi signori."

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