Roma

A Santa Maria Maggiore c’è la mangiatoia di Gesù

Nella basilica di Santa Maria Maggiore è conservata una reliquia da sempre legata alla religiosità dei romani e dai secoli più lontani oggetto di preghiera dei pellegrini di ogni parte del mondo. Sono i resti del «cunabulum», la «sacra culla», la mangiatoia in cui, secondo i Vangeli, Gesù venne deposto appena nato. Varie le versioni circa i particolari del suo arrivo a Roma: nel IV-V secolo per merito di Sant’Elena che aveva portato anche pezzi della croce di Gesù dalla Terra Santa; oppure portata da alcuni pellegrini di ritorno dalla Palestina; o ancora donate a Sisto III (432-40), fondatore della basilica, al cui interno, in un sotterraneo, aveva ricreato una piccola grotta della Natività - forse con pezzi di tufo provenienti da Gerusalemme, nella quale fin dai tempi più antichi era usanza che il pontefice celebrasse le tre messe di Natale. Più accreditata è la versione secondo cui queste reliquie - in origine a Betlemme - nel 642 fossero donate da San Sofronio, patriarca di Gerusalemme, a Teodoro non appena nominato papa che le avrebbe fatte portare a Santa Maria Maggiore, conosciuta come Sancta Maria ad Praesepem. Gregorio XI (1370-78) collocò le assicelle in un tabernacolo che venne distrutto durante i lavori nella basilica del Settecento. Le cinque piccole aste di legno di acero sono attualmente custodite in una teca sotto l’altare maggiore, nella nicchia di fondo della confessione. Il reliquiario, opera di Giuseppe Valadier, fu realizzato, per volere della duchessa Maria Emanuela Pignatelli, ambasciatrice del Portogallo, in sostituzione di quello scomparso durante l’occupazione napoleonica. Su di uno zoccolo di legno dipinto a mano s’imposta un basamento parallelepipedo in argento con quattro bassorilievi. Nel lato anteriore è rappresentato il presepe, in quello posteriore l’ultima cena, nei lati minori la fuga in Egitto e l’adorazione dei Magi. Sul basamento poggia il reliquiario in cristallo a forma di culla che contiene le piccole assi di legno. Sopra l’urna è rappresentato un suolo di paglia sul quale è adagiato il Bambinello benedicente in grandezza quasi naturale.
Santa Maria Maggiore conserva anche un’altra reliquia collegata al presepio: il «panniculum», un piccolo pezzo di stoffa, grande quanto una mano - custodito in una teca donata da Pio IX - secondo la tradizione un lembo delle fasce con cui Maria avvolse il Bambino Gesù. In passato, durante le feste natalizie, la sacra culla veniva posta nella navata centrale per la venerazione dei fedeli, ma il cattivo stato di conservazione dei resti ha convinto il capitolo della basilica a evitarne lo spostamento.


La basilica conserva anche il primo presepe della storia realizzato con statue, dovuto a Niccolò IV che nel 1288 lo commissionò ad Arnolfo di Cambio.

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