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Con Sa.Pi.Se accelera l'impegno in ricerca per un riso Venere al 100% «tracciabile»

Cirio: «Produzione certificata per la completa sicurezza del consumatore»

Giulio Pecci

La cooperativa Sa.Pi.Se. (acronimo di Sardo Piemontese Sementi) è la prima azienda in Europa ad aver costituito, nel 1997, la varietà Venere, il primo riso nero aromatico italiano. «Il progetto è nato da un mirato programma di miglioramento genetico tradizionale, al fine di proporre ai consumatori un prodotto innovativo differenziandosi cosi dal classico riso bianco», spiega Claudio Cirio, vicepresidente di Sa.Pi.Se.

Cirio non nasconde come la sua introduzione sul mercato non sia stata semplice. «La clientela italiana - racconta - era abituata al riso bianco ma in seguito ha cominciato ad apprezzarne l'aroma, il gusto del riso integrale, che racchiude un insieme di fattori nutrizionali come antiossidanti, elementi naturali che ritardano l'invecchiamento delle cellule». Anche chef di fama internazionale, poco alla volta ne hanno apprezzato le caratteristiche organolettiche, uno su tutti, il maestro Gualtiero Marchesi che utilizzò la varietà Venere per la famosa «piramide di riso Venere». Oggi utilizzato sempre più spesso anche per fornire un tocco cromatico e di inventiva ai risotti e alle insalate. «È molto particolare anche l'accostamento con il riso Ermes, un'altra chicca di Sa.Pi.Se. nel comparto dei risi pigmentati rossi made in Italy rimarca il vicepresidente.

La particolarità di Sa.Pi.Se., afferma Cirio, «è nell'aver creato una filiera del riso Venere all'interno della nostra cooperativa: lo produciamo e lo lavoriamo in un unico stabilimento». Per questo motivo, prosegue, «il nostro riso Venere è garantito dalla semina fino alla tavola del consumatore perché ogni aderente alla filiera è tracciabile». La cooperativa, con i suoi 15 soci, è la capofila della produzione tramite una filiera dei produttori certificata Sgs. L'intera produzione è regolata da un rigido protocollo di coltivazione con standard qualitativi superiori a quelli stabiliti per legge al fine di garantire una maggior sicurezza al consumatore. La varietà riso Venere è coltivata, attraverso contratti di esclusiva, nelle risaie di Vercelli, Novara e di Oristano. Se in Piemonte le Alpi garantiscono protezione dal gelo e la neve assicura un'irrigazione adeguata nei campi, in Sardegna le coltivazioni oristanesi sono sostenute da una temperatura media più elevata che aumenta la resa, mentre l'acqua non manca mai grazie agli invasi di una diga vicina. Sa.Pi.Se., infine, regolamenta la commercializzazione di riso Venere tramite un disciplinare di autorizzazione all'uso del marchio.

Sa.Pi.Se. ha le sue radici nella ricerca e il suo cuore nello sviluppo varietale, per questo il fiore all'occhiello dell'azienda è il Centro ricerca e sviluppo sul riso. Nato nel 1989, la mission principale del Centro R&D Sa.Pi.Se. è il miglioramento genetico del riso e il conseguente sviluppo di nuove varietà.

Al fine di accelerare i programmi di miglioramento genetico e fornire una risposta più rapida alle esigenze del mercato, Sa.Pi.Se. gestisce una contro-stagione invernale in Sud America in modo da ottenere due cicli colturali all'anno.

Il Centro R&D, oltre all'attività di miglioramento genetico, gestisce anche il mantenimento in purezza di tutte le varietà Sa.Pi.Se. avvalendosi specificatamente di appezzamenti mai coltivati a riso al fine di ottenere un elevato standard qualitativo. Il centro si occupa anche di prove agronomiche in diversi regimi idrici, dell'analisi di qualità del seme e del granello e della conservazione della banca del germoplasma, una collezione di 1.100 varietà di riso provenienti da tutto il mondo.

I tre impianti di selezione (due nel vercellese e uno a Oristano), infine, permettono di garantire alti standard qualitativi del seme oltre all'elevata capacità produttiva.

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