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Sarah Palin lancia il docufilm sulla sua vita E dall'Iowa sferra l'attacco alla Bachmann

Per presentare il suo film, The Undefeated (L'Indomita), l'ex governatrice dell'Alaska ha scelto l'Iowa. Lo stato dove inizieranno le primarie dei repubblicani. Poi il film debutterà in New Hampshire e Carolina del Sud, altri due stati tra i primi dove si vota

Sarah Palin lancia il docufilm sulla sua vita  E dall'Iowa sferra l'attacco alla Bachmann

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Washington - Qualcuno l'ha già data per morta, lei però non demorde e rilancia la sfida. Sarah Palin si ispira alla frase di John Belushi in Animal House: "Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare". E così, anche se per ora non è ancora ufficialmente scesa in campo nell'agone delle primarie repubblicane, ha lanciato una nuova importante iniziativa a livello mediatico: il film, un docufilm per l'esattezza, sulla sua vita. Le ultime iniziative della stella dei Tea Party hanno un po' deluso. La Palin, così, ha sospeso la tourné per la raccolta fondi, spiegando su Facebook di dover partecipare ai lavori di una giuria, e il viaggio in Sudan, il 9 luglio, in vista delle cerimonie per l'indipendenza del sud del Paese. Ora però, stuzzicata nell'orgoglio femminile dalla discesa in campo dell'amica-nemica Michelle Bachmann, la Palin ha deciso di riprovarci. E come, se fino ad ora non è andata poi così bene? Con una grande operazione mediatica sul personaggio Palin. Come? Attraverso un film sulla sua vita. E per presentarlo ha scelto il piccolo staterello dell'Iowa (2,9 milioni di abitanti), importante perché è lì che si aprirà la corsa delle primarie. Ed è anche il paese natale della Bachmann.

Duello a distanza con Obama Il film sulla Palin ha un titolo che è tutto un programma: "The Undefeated" (L’Indomita). La data per la presentazione non è stata scelta a caso dall’ex governatrice dell’Alaska, ed ex candidata alla vice presidenza nel 2008 accanto a John McCain, dal momento che sempre ieri è arrivato in Iowa Barack Obama per un comizio in una fabbrica dell’Alcoa. Entrando nella mischia proprio in questo momento la Palin ha voluto dare, a livello mediatico, il segnale di un "duello a distanza" con il presidente. Come a dire: è lui l'unico avversario che mi preoccupa. Un modo come un altro per snobbare - almeno per ora - le primarie repubblicane. Non a caso lei non si è ancora candidata. "E' una decisione difficile - ha ripetuto per l’ennesima volta la Palin ai giornalisti accorsi alla prima del docufilm- è una grande decisione quella riguardo a una candidatura e io sto ancora riflettendo". 

Un film "per l'americano medio" La Palin è consapevole di essere indietro nei sondaggi, che vedono in testa Mitt Romney seguito dalla Bachmann. Però è convinta di poter sfruttare la maggiore notorietà a livello nazionale. Così dopo il libro, il realityshow sulla vita della famiglia Palin nel selvaggio Alaska, ora la Palin si racconta in un vero e proprio documentario, girato dal regista conservatore Steve Bannon, che racconta tutta la sua ascesa politica da oscuro sindaco di Wasilla, a governatore dell’Alaska e candidato alla vice presidenza. "Non è un film pensato per i palinistas, ma per l’americano medio e non stiamo facendo campagna elettorale, la nostra è un’iniziativa commerciale", ha detto il regista, salvo poi dover confermare che dopo l’Iowa il suo film debutterà in New Hampshire e Carolina del Sud, altri due stati tra i primi dove si tengono le primarie. 

Gaffe della Bachmann Se la palin ci aveva abituati alle gaffe, mettendo più volte in imbarazzo McCain nell'ultima campagna elettorale, anche la Bachmann non è da meno: la deputata del Minnesota durante una intervista all’emittente Abc, è scivolata sulla storia. Lo ha fatto mentre cercava di giustificarsi per una precedente gaffe sulla stessa materia, a lei evidentemente ostica. Spiegando all’intervistatore il motivo per il quale all’inizio di quest’anno lei aveva sostenuto che i Padri fondatori, ovvero gli autori della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti, si impegnarono a fondo per abolire la schiavitù (cosa non vera, visto che molti di essi, tra cui Thomas Jefferson e George Washington, erano proprietari di schiavi), la Bachmann ha detto: "Beh, se guardiamo a uno dei nostri Padri fondatori, John Quincy Adams, ciò è assolutamente vero. (...) Lavorò tutta la vita per abolire la schiavitù".

Immediata la replica del giornalista, che ha fatto notare alla deputata che John Quincy Adams, figlio di John Adams e sesto presidente degli Usa, non fu un Padre fondatore, dal momento che nacque nel 1767 e che al momento della proclamazione dell’Indipendenza aveva appena nove anni.

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