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Sarti: «Ora stare in porta fa paura»

«Vocazioni in calo: i giovani di oggi non vogliono responsabilità... Quella volta che fumai per la noia»

In 11 giornate sono scesi in campo 35 portieri. E al conto manca il nome più prestigioso, quello di Gianluigi Buffon, tradito da un infortunio. La qualità generale è in discesa. Altrimenti Lippi non avrebbe convocato Flavio Roma, trasferitosi in Francia e, nella partita in Olanda, non avrebbe promosso titolare Abbiati che s'è visto gli ultimi campionati dalla panchina. Ma cosa sta accadendo nel ruolo che diede all'Italia autentici campioni? La risposta a Giuliano Sarti, che vinse tre scudetti (il primo a Firenze, gli altri due con l'Inter), due coppe dei Campioni e altrettante coppe Intercontinentali, sempre in maglia nerazzurra.
Caro Sarti, come stanno i portieri italiani?
«Molto male. Dietro a Buffon, un fuoriclasse, degno di essere considerato alla pari del russo Jascin e dell'inglese Banks, i migliori di ogni epoca, c'è il vuoto. Un problema generazionale. Il ruolo è impegnativo. E i giovani di oggi, anche perché educati male dai genitori, non vogliono assumersi grandi responsabilità».
Non c'è forse una crisi di vocazione?
«Il livello è basso ovunque, dalla A alle serie inferiori. In una classifica dei migliori 50 giocatori di C figurava solo un portiere».
E se fosse sbagliata la preparazione tecnica? Sfido a trovare un suo collega che esce di porta...
«Non è vero. Mai come negli ultimi anni l'allenamento si è raffinato sotto ogni aspetto, nessun calciatore è seguito come un portiere. Uscire è difficile perché c’è ressa in area».
La moda dei portieri stranieri toglie spazio ai nostri?
«È una questione di domanda e offerta. Se un prodotto nazionale manca, lo cerchi all'estero. Il migliore è senz'altro Dida. Poi c'è Frey».
Di lei si diceva che il pallone la seguiva ovunque. Difficile trovare una foto di Sarti che si tuffa...
«Cercavo di capire come andava il gioco e soprattutto dove sarebbe finito il pallone. Sono stato il primo ad accorciare la distanza dal resto della squadra. E sa perché? Perché mi annoiavo. Una volta che pioveva mi rifugiai sotto un ombrello e mi fumai anche mezza sigaretta».
I migliori di sempre in Italia?
«Due su tutti: Albertosi e Zoff. Più Gianluigi Buffon, naturalmente, il più grande di tutti».
E chi porterebbe in nazionale come riserve?
«Roma e Peruzzi, i più continui.

Mi fido meno di De Sanctis».

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