Roma

Se la burocrazia del Campidoglio vessa perfino i suoi consiglieri

L’Odissea negli uffici per un avviso di fermo auto su una multa annullata da una sentenza

«La sua posizione in coda è la numero 25... La preghiamo di attendere in linea... Il personale addetto risponderà appena possibile. Grazie». Questo messaggio ripetuto ogni tre secondi, con il progressivo lento aggiornamento del numero di posizione di coda, è il modo con cui la Equitalia Gerit S.p.A. comunica con chi si collega al numero verde 800422687 per cercare informazioni o per chiedere chiarimenti. La ripetizione ossessiva del messaggio registrato può durare un tempo interminabile. Di solito giungono alla posizione uno, ossia alla risposta dell’operatore, solo le persone dotate di particolare pazienza.
Alla fine, dopo l’interminabile e sfiancante attesa, alle tue rimostranze per aver avuto il “preavviso” di sequestro della macchina a causa di una multa che è stata annullata con sentenza del giudice di pace, l’operatore del call center risponde: «È vero che, forse, abbiamo ricevuto anche il fax con la copia della sentenza che lei ci ha inviato, ma la Gerit nulla può, perché ha avuto mandato dal Comune di Roma di procedere nei suoi confronti ed è il Comune che deve annullare la richiesta di pagamento. Lei dovrebbe recarsi all’Ufficio contravvenzioni del Comune a via Ostiense 131/L e fare lì le sue rimostranze». A nulla serve far notare che, siccome il Comune di Roma si era costituito in giudizio tramite la propria avvocatura, dovrebbe sapere della sentenza a te favorevole. No: devi andare in via Ostiense.
Ma tu non demordi, forte anche della figura istituzionale che ti hanno assegnato i cittadini: quella di consigliere comunale. E anche come tale, dopo svariati tentativi al numero 060606, vieni messo in contatto con la segreteria del dirigente comunale che sovrintende alla particolare materia: niente meno che il “responsabile della UO (unità operativa) Contravvenzioni”, qualcosa di etereo e di irraggiungibile, perlomeno a detta della segretaria che ti risponde. Dopo che ti sei rifiutato di dire all’impiegata il motivo per cui vuoi parlare con il suo capo, la stessa ti racconta che “sua eccellenza” (si fa per dire...) è in riunione e ti richiamerà appena possibile. Tu le lasci i tuoi recapiti telefonici. Per il Comune la pratica è chiusa. Aspetterai invano quella telefonata che non ti arriverà mai. E sei un consigliere comunale! Pensa ai poveri cittadini vessati e maltrattati da questa burocrazia che considera i contribuenti che la mantengono, come “servi della gleba” non degni della minima attenzione. A questo punto non mi resta che aspettare che la macchina mi venga sequestrata. Poi chiederò un cospicuo risarcimento al Comune, ossia, pensandoci bene, ai contribuenti e a me stesso come consigliere. Nessuno, infatti penserà di addebitarlo ai veri responsabili, ossia a quei funzionari che, con il loro operato, sono all’origine di tanti danni. In Italia, purtroppo, nessuno è mai responsabile. Tutt’al più lo sono le Istituzioni, mai le persone fisiche. Anche di ciò dovrà occuparsi la nuova amministrazione. Anche questo è da considerare un attentato all’ordine pubblico.

Io nel mio piccolo, da consigliere comunale, ho memorizzato il problema e cercherò di sollevarlo e risolverlo nelle sedi competenti.
(*) Consigliere comunale della Lista civica per Alemanno

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