Cultura e Spettacoli

SE IL CONDUTTORE HA TROPPE AMBIZIONI

È un periodo di grandi scorpacciate per Antonella Clerici. Ci sono quelle prettamente gastronomiche in onda all'ora di pranzo con la Prova del cuoco e poi una volta alla settimana quelle emotive che fanno da ingrediente base al Treno dei desideri (giovedì su Raiuno, ore 21). Entrambe le occasioni corrispondono a una branca deviata della cosiddetta «tivù di servizio», nel senso che la prima serve a far venire l'acquolina in bocca e la seconda a far scendere copiose lacrime sulle guance dei partecipanti e, si presume, di buona parte degli spettatori. In questa doppia veste di servitrice degli appetiti gastronomici e di quelli emotivi la Clerici pare trovarsi benissimo, e ora il giovedì è il suo momento clou, il d-day della settimana: a pranzo le tagliatelle della nonna Pina e la sera le opere di buona volontà per fare in modo che la televisione possa tramutarsi in una sorta di fata turchina ed esaudire sogni di tutti i tipi. Talmente di tutti i tipi che nell'ultima puntata qualcuno ha avuto l'idea di esaudire persino un desiderio della stessa conduttrice (sempre ammesso che non sia stata lei stessa a voler strafare occupando oltremodo la scena): cantare insieme all'amica Laura Pausini. Tralasciamo di soffermarci troppo sull'effetto dell'esibizione, interrotto a un certo punto con pietosa sensibilità dalla cantante che le ha detto «Antonella, forse è meglio che fai la conduttrice», resta il fatto che ormai il ruolo dei «presentatori» di un programma televisivo (così si chiamavano semplicemente fino a qualche anno fa, prima che prendessero tutti la patente C di conduttori) sta via via debordando dalla semplice funzione di «guida» e ha cominciato a prendere ambiti sempre più invasivi. Il conduttore è sempre più spesso autore del programma, talvolta persino procacciatore di contatti pubblicitari (imbattibile in questo ruolo l'esempio-pilota di Gianfranco Funari), comincia anche a studiare da dirigente televisivo (ambizione palesemente dichiarata da Simona Ventura), oppure partecipa alla produzione del programma ottenendo di farlo con la propria squadra «chiavi in mano» (è capitato con il festival di Sanremo di Fazio e anche con quello della Carrà). Trovare un conduttore che si accontenti solo di «guidare» è ormai impresa difficile. Tanto è vero che la stessa Antonella Clerici, in mancanza di meglio, è parsa felice e commossa al pari di qualsiasi partecipante del proprio programma nel momento in cui ha potuto passare dall'ambito stretto della conduttrice a quello di «sognatrice in prima persona», dando luogo a un curioso cortocircuito tra ruolo, funzione e suoi ambiti. Cercasi ora disperatamente un conduttore o una conduttrice controcorrente che non si vergognino di presentare soltanto.

E basta.

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