Se il risarcimento diretto penalizza le due ruote

Con i rimborsi forfettari sistema in equilibrio solo per le vetture. Capelli: «Effetti distorsivi»

Riccardo Cervelli

Il meccanismo del risarcimento diretto? Iniquo e penalizzante nei confronti dell'industria delle due ruote e dei proprietari di motocicli e ciclomotori. Lo sostiene Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori), che per corroborare la propria tesi ha commissionato uno studio all'Università Luiss Guido Carli di Roma. Ne è venuto fuori un approfondimento scientifico - basato sui dati forniti in esclusiva dalla società concessionaria dei servizi assicurativi Consap - che non lascia spazio a dubbi: così com'è, il sistema che dal 2007 prevede che chi ha subito un danno non sia indennizzato dall'assicurazione della controparte ma dalla propria, che poi sarà rimborsata da quella del proprietario del veicolo che ha causato l'incidente con una cifra forfettaria (cioè non corrispondente al costo reale del sinistro), crea degli «effetti distorsivi sulle polizze di ciclomotori e motocicli». Per capire perché basta ricorrere a un esempio. A parità di collisione, i danni prodotti da un motorino a un autocarro saranno sempre inferiori a quelli che il secondo tipo di veicolo può causare al primo. Gli attuali rimborsi forfettari che le assicurazioni dei proprietari di moto riconoscono a quelle dei conducenti di autovetture o autocarri, superano di molto, nella maggior parte, i valori dei danni reali. «E se alla fine - sostiene Corrado Capelli, presidente di Confindustria Ancma - considerando i risarcimenti legati solo a sinistri tra autovetture, si può dire che il sistema raggiunga un certo equilibro, il meccanismo produce evidenti effetti distorsivi quando gli incidenti coinvolgono veicoli appartenenti a categorie differenti. E danneggiati sono solo i proprietari di moto».

In che modo si concretizza questo danno? Con il ribaltarsi automatico degli «extra costi» sulle tariffe per l'assicurazione di motocicli e ciclomotori. Del resto, basta analizzare gli andamenti dei prezzi delle polizze Rc Auto tra 2015 e 2014 elaborati dall'Ania: mentre quelli relativi alle autovetture sono calati del 6,5%, quelli per motocicli e ciclomotori sono diminuiti rispettivamente solo del 1,8% e del 1,4%. La stagnazione del mercato assicurativo è causata dalla crisi che colpisce tutti. Il fatto che le polizze per le due ruote non siano diminuite come quelle delle quattro ruote, significa che in un certo senso i proprietari di moto pagano di più anche per gli altri. E questo per i produttori di questi tipi di mezzi e i loro utenti non è accettabile in un momento in cui - considerate anche le aliquote fiscali - i costi Rc Auto finiscono per corrispondere al 56% del costo di gestione di un veicolo».

Nel caso di uno scooter, calcola Ancma, nel corso della sua vita l'assicurazione può incidere anche sul 50% sul costo totale.

Una realtà che non può non fare da freno alla domanda di questi mezzi di trasporto molto flessibili e sostenibili.

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