Cultura e Spettacoli

Il secolo di Sinatra La Voce che scatenava l'isteria di massa

Esce il libro fotografico ufficiale sul mitico Frank Una carriera favolosa, piena di avventure e di donne

Il secolo di Sinatra La Voce che scatenava l'isteria di massa

Ottobre 1944. Più di cento poliziotti sono schierati davanti al Paramount Theatre di New York per mantenere l'ordine pubblico e fronteggiare migliaia di ragazzine scalpitanti e urlanti (chiamate «bobbysoxers» per le loro tipiche calzine corte) pronte a tutto per vedere il loro idolo: mr Frank Sinatra... Anni prima delle scene di isteria per il rock'n'roll e per il beat di Elvis e dei Beatles, un cantante in smoking, coi capelli corti e con un repertorio sofisticato di ballate impregnate di jazz e di swing faceva esplodere il pubblico femminile nella giornata che venne definita «la rivolta del Columbus Day» per gli episodi di isteria di massa. «Credevo che stesse per venire giù tutto il palazzo - disse Jack Benny - non avevo mai sentito un baccano tale, la gente correva verso il palco urlando e mi fece quasi cadere. E tutto per un tizio di cui non avevo mai sentito parlare».

Così toccò il suo apice la leggenda di «The Voice», raccontata per immagini nello splendido libro 100 Sinatra (L'Ippocampo, pagg. 287, euro 29,90) che ha per sottotitolo «Il libro ufficiale del centenario » ed esce in questi giorni in Italia per ricordare i cent'anni dalla nascita dell'artista. Già, Frank venne alla luce a Hoboken, New Jersey, il 12 dicembre 1915 e cominciò da piccolo a cantare nel bar di papà. «Al Marty O'Brien's di mio padre c'era un pianoforte a cilindro; mettendoci 5 cents suonava una canzone. Avrò avuto 9 o 10 anni; ogni tanto qualcuno mi metteva a sedere sul piano e io cantavo con la musica del cilindro. Avevo una voce terribile, orrenda. Ma un giorno metto 5 cent e dico: “Questo è il mestiere giusto, questo devo fare”. Nel mio piccolo pensavo che cantare fosse bellissimo; il seme aveva già messo radici, era stato piantato lì». Va da sé che Frank era dotato di doti vocali non comuni, se ne accorsero alla radio, nel '35, quando partecipò al talent (già al talent) Major Bowes and His Original Amateur Hour , dove si esibì con gli Hoboken Four. Se ne accorse Harry James, che lo aveva sentito proprio alla radio e che lo volle nella sua big band facendolo debuttare su disco con From the Bottom of My Heart e Melancholy Mood. Se ne accorse il mitico Tommy Dorsey, che lo portò nella sua orchestra facendogli raccogliere i primi successi, di cui Frank disse: «Con lui ho vissuto cose meravigliose: fare ottocento chilometri di notte per arrivare alla tappa successiva della tournée e avere quaranta minuti per scendere dal pullman, entrare in albergo, aprire la doccia, far uscire un sacco di vapore e appendere lo smoking per far sparire le pieghe, ingollare un panino e presentarsi sul palco. Il saluto del pubblico era la ricompensa più bella del mondo. Allora non si pensava mai ai soldi. Se avevi di che vivere, andava tutto bene».

E la filosofia di Frankie rimase sempre quella, non solo negli anni d'oro, nelle trionfali tournée con Dean Martin e Sammy Davis Jr., nel periodo d'oro del cinema, ma anche quando la fortuna gli voltò le spalle, sul finire degli anni '40, quando fu sorpassato dalle canzoni pop di Johnny Ray e Frankie Lane, quando la Cbs sospese il suo programma tv e la Columbia non gli rinnovò il contratto discografico. Come un pugile di grande caratura si riprendeva sempre da ogni ko, privato od artistico: nel '52 divorziò da Nancy ma si risposò quasi subito con Ava Gardner in un matrimonio che fece epoca, era ancora in crisi musicale ma aveva un carattere forte e ripartì: «Il '52 è stato uno degli anni più frustranti della mia vita, poi un giorno mi sono svegliato e mi sono detto: è ora di rimboccarsi le maniche. Ed è proprio andata così, semplice semplice». Qualcuno sostiene che il suo successo sia dipeso anche dagli ottimi rapporti con la mafia, di cui Frankie, star che attirava frotte di riviste scandalistiche per le sue imprese, conosceva numerosi esponenti.

All'inizio non ebbe un buon rapporto neppure con il rock'n'roll, e lo bollò come «la musica marziale di tutti i delinquenti sulla faccia della terra», ma poi cambiò idea e condusse con lo stesso Presley uno show televisivo (per celebrarne il ritorno dall'esercito) divertendosi a duettare con lui.

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