Cultura e Spettacoli

UNA «PRIMA» SENZA IL CASO ALAGNA

Almeno una volta all'anno andrebbe espressa la dovuta gratitudine verso Prima della prima (martedì notte, ore 1,30, Raitre), meritorio programma che rimane tra i rarissimi esempi di informazione senza fronzoli, sobria, non barbosa, rivolta al «dietro le quinte» della lirica. Non che vi siano altri esempi, a dire il vero, di informazione indirizzata anche al «davanti le quinte», per cui questa trasmissione si erge, solitaria e priva di imitazioni, a fornire una mezz’ora settimanale di approfondimento nottambulo a quei melomani che faticano a prendere sonno, o che sono dotati di registratori in grado di assorbire senza problemi eventuali (e frequenti) slittamenti di orario. Peccato però che, almeno ogni tanto, Prima della prima non si possa trasformare in una sorta di Dopo la prima, perché nel caso dell'Aida - che è in scena in questo periodo alla Scala e di cui si è parlato nella puntata scorsa del programma - sarebbe stato assai interessante indagare sul gran trambusto provocato dal clamoroso abbandono del tenore Roberto Alagna nel bel mezzo della rappresentazione, con tutte le conseguenti polemiche che ne sono derivate. Chiaro, sono le controindicazioni delle trasmissioni preparate in anticipo (c'è il bello della diretta e il brutto della registrata), ma lo spettatore che l'altra notte ascoltava con interesse tutte le osservazioni «a freddo» sull'Aida, sull'«opera delle opere» come l'ha definita Zeffirelli, sull'«allargamento dello stile e del linguaggio musicale» espresso da Verdi in questo suo capolavoro (definizione del direttore d'orchestra Riccardo Chailly), non poteva non avvertire l'assenza di ogni eco riferibile all’adrenalina scatenata da quanto era appena successo pochi giorni fa nel tempio della lirica. A questo proposito, visto che la nostra è l'epoca consacrata al gossip servitoci in tutte le possibili salse mediatiche, è un peccato che i mass media non siano in grado di proporci, quando l'attualità lo merita (e in questo caso lo meritava), l'unico tipo di gossip con cui si fa davvero fatica a entrare in contatto: quello culturale, legato agli ambienti letterari, musicali, artistici in senso lato, delle cui «faide» e dei cui pettegolezzi sappiamo poco o nulla, mentre tivù e giornali ci inondano ogni giorno di notizie riferite perlopiù al solito orticello televisivo.

Un tenore che lascia d'improvviso il palcoscenico della Scala perché offeso dai fischi del pubblico, un altro che lo sostituisce in jeans, la direzione del teatro che ne decreta l'allontanamento, i colleghi che si dividono: caspita, sono tutti argomenti che avrebbero meritato lo scatenarsi dei gossipari, se il gossip non si fosse ormai appiattito, nel nostro Paese privo di cultura, soltanto sugli amorazzi dei presunti vip.

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