Serialità

In streaming tornano I Griffin, la serie animata che "sfida" il politicamente corretto

La stagione numero 20 arriva dal 27 settembre su Disney+. Ecco perchè la famiglia Griffin parla ancora alla nostra contemporaneità

In streaming tornano I Griffin, la serie animata che "sfida" il politicamente corretto
Tabella dei contenuti

Un po' come è successo per I Simpson e per Futurama, la vita in tv de I Griffin non è stata affatto facile. La serie demenziale su una famiglia americana fuori dai generis (forse anche troppo), è stata creata da Seth MacFarlane che di professione è doppiatore, animatore, regista e comico. Ha fatto la sua prima apparizione nel gennaio del 1999, in un momento di massima espansione per la cultura pop degli Usa, e nonostante I Griffin abbiano sempre trovato il favore del pubblico – complice anche il paragone con altre serie simili – , lo show è stato continuamente travolto da critiche. Andato in onda su Fox fino al 2003 (in Italia è arrivato su Italia Uno nella fascia pomeridiana), la serie è stata cancellata per trasferirsi su diversi canali satellitari dove, cosa strana, ha trovato un bacino molto ampio di pubblico, tanto è vero che nel 2005 i vertici della FOX sono tornati su i loro passi e hanno decido di "resuscitare" la serie e, da quel momento non è andata più via diventando, di fatto, uno show di punta.

Una serie tv animata, dissacrante, divertente e (a volte) anche senza un filo logico ma I Griffin si amano proprio per questo. Ora, la stagione numero 20 arriva in Italia su Disney+ dal 27 settembre, unendosi agli episodi già disponibili in catalogo. Un’occasione per vedere e rivedere una tra le produzioni più rappresentative dell’animazione americana e, soprattutto, per rivedere una tra le serie più comiche che raccontano il nostro presente attraverso le vicende di una famiglia come tante. Clichè a parte, I Griffin sono importanti per la cultura popolare moderna perché sono capaci di stigmatizzare i miti e leggende del mondo che abbiamo intorno. E, grazie a un linguaggio schietto, possiamo conoscere molto meglio i limiti e le imposizioni di una cultura progressista ma che non guarda (veramente) al futuro.

Una "tipica" famiglia americana

La trama è molto semplice. Ha uno schema che si ripete di episodio in episodio. Più che altro, non c’è la voglia (o l’intenzione) di costruire una storia a lungo raggio ma di fidelizzare con il pubblico attraverso un canovaccio di impatto che possa far riflettere su gli usi e costumi del nostro tempo. I Griffin sono una famiglia americana che vive a Quahog, cittadina immaginaria del Rhode Island. Il patriarca è Peter, un uomo sconsiderato, che beve e mangia a volontà senza badare alle conseguenze delle sue azioni, ma è innamorato di Lois che di professione è insegnate di pianoforte. Hanno tre figli: Meg, tipica ragazza adolescente, Chris che è un ragazzo cinico ma ingenuo e poi c’è Stewie, personaggio ambiguo perché ossessionato di uccidere sua madre tanto da ritenerla colpevole di averlo messa al mondo. E poi c’è Brian, cane parlante che dispensa consigli a tutti anche se combatte contro la depressione. Pur professandosi una famiglia dai sani principi, I Griffini ne combinano davvero di tutti i colori, criticato e prendendo in giro l’America di ieri e di oggi.

Comicità scorretta ma efficace

Da una serie animata che è nata prettamente per un pubblico adulto, non ci si può aspettare di certo un excursus filosofico sulla realtà che stiamo vivendo, ma è con la comicità che si deride – con intelligenza – tutte le criticità del nostro mondo. E I Griffin sono nati proprio per questo. Grazie alle loro storie così strampalate ma che strappano più di una sonora risata, riescono a costruire e demolire tutti i principi della società moderna. Dalla politica alla famiglia modello, dai legami intra-familiari fino ai rapporti di coppia, toccando temi molto caldi come la realtà lavorativa della classe media e i problemi di integrazione, alcolismo e quelli delle malattie mentali. Uno spettro di indagine funzionale e di grande impatto che permette alla serie di far sorridere anche con battute molto pungenti ma allo stesso tempo efficaci, per evidenziare quanto un Paese come l’America sia pieno di contraddizioni.

Prima della serie tv c’era il cortometraggio

Un successo che non conosce confini ma, prima di arrivare in tv, I Griffin hanno dovuto sudare. Il progetto è nato dalla mente di Seth MacFarlane già nel 1995 sotto forma di corto animato e come tesi di laurea. Assunto dalla società Hanna – Barbera, l’anno successivo ha realizzato anche un sequel di quel corto che presentava per la prima volta il personaggio di Stewie. È stato trasmesso su Cartoon Network e ha riscosso un notevole successo. La Fox ha deciso poi di acquistare il progetto per produrre una serie di corti da 15 minuti ciascuno ma non era abbastanza per l’idea che il creatore aveva in mente. Così la rete, spinto dall’entusiasmo, ha ordinato una serie di 13 episodi che sono stati trasmessi nel 1999 dopo il Super Bowl. Il resto è storia. Quando poi la serie è stata cancellata, c’è stata una grande rivolta da parte dei fan, tanto è vero che furono raggiunte 10 milioni di firme. Sappiamo che I Griffin sono tornati in tv in una rete via cavo poi sono approdati, di nuovo, su Fox America.

I-Griffin-serietv2

I Griffin funzionano nonostante i 20 anni di programmazione

Una serie che è ancora in tv dopo tutto questo tempo, vuol dire che ha ancora qualcosa da dire e da raccontare. Un po' come è successo con I Simpson che sono in tv dal lontano 1989, anche la famiglia di Seth MacFarlane non smette di essere una presenza fissa, perché le sue storie al limite dell’assurdo sono quanto di più aderente alla realtà che viviamo. In 20 anni il mondo è cambiato, in bene o in male, e in America si sono avvicendati politici democratici e repubblicani che, ovviamente, hanno portato un cambiamento agli usi e costumi della società. E questa strampalata famiglia mostra questi cambiamenti senza peli lingua, ironizzando su tutto ciò che riguarda la comunità.

Quella parodia sull’american way of life

Oltre a questo, I Griffin prendono di mira quello che è stato – e che è ancora oggi – lo “stile di vita statunitense”. Nato come “propaganda” durante la Guerra Fredda, nel tempo è diventato l’accezione più particolare per descrivere la società dei consumi e dei cittadini.

E la serie bersaglia l’american way of life facendo vedere cosa c’è dietro il termine “Vita, libertà e ricerca della felicità”: un mondo che è ancora in contraddizione con se stesso, che cerca di migliorare ma (forse) non ha intenzione di farlo .

Commenti