Si fa presto a dire acqua

La più innocua delle bevande ha (finalmente) messo un po' di spocchia. E ora ne esistono di tutti i tipi: purissime, vestite di design e anche stellate

di Care, fresche, dolci acque. Minerali. La più innocua delle bevande ha messo su ultimamente un po' di spocchia e adesso punta a essere ricercata come il fratello snob, il vino. O come la cuginetta sbarazzina, la birra. Esistono in commercio bottiglie da 4 o 5 euro l'una, ma se per questo anche una marca da 80 - vabbè, in quel caso il prezzo esagerato è dato dai cristalli Swarowski incastonati sulla bottiglia, e infatti guai a chi la butta nella differenziata. Prezzi che sembrano improponibili a chi spinge un carrello nel supermercato e carica confezioni di plastica come un facchino assetato, ma che le case che le imbottigliano giustificano con la incontaminatezza della fonte originaria, oppure con i trattamenti che la rendono purissima, oppure ossigenatissima, oppure curativissima.

La minerale purchessia da guardare e bere distrattamente è acqua passata. Abituiamoci a pensare che le etichette non sono tutte uguali. I ristoranti di alto livello se ne sono accorti da tempo. Non c'è più insegna stellata che non proponga una carta con almeno una decina di etichette di frizzantezza e sapore differenti, in modo che possano essere abbinate - proprio come il vino - ai diversi piatti del menu. C'è chi giura che non metterebbe piede in un ristorante in cui il cameriere si avvicina chiedendo: liscia o gassata?, proprio come sarebbe ormai inconcepibile una domanda come: il vino, bianco o rosso?

Si fa presto a dire acqua. Certo, togliere la sete la tolgono tutte. Ma poi dobbiamo conoscerle e imparare a degustarle. C'è anche una figura apposita: l'idrosommelier. E chissà mai che arriveremo a sfottere anche lui oltre al cerimonioso e un po' cialtrone degustatore di vino parodiato anni fa da Antonio Albanese, nel quale tutti abbiamo riconosciuto con un po' di soddisfatto sollievo l'amico saccente che trasforma le cene in sfoggio di cultura enologica.

Per le acque si potrebbe fare lo stesso. In ogni pasto bisognerebbe servire diverse etichette a seconda del piatto, con un andamento crescente da un punto di vista della frizzantezza. Per gli antipasti, specie se di mare, vanno infatto benissimo delle acque non gasate, piatte, che non coprano quindi il sapore già esile del piatto. Per queste la regola sarebbe di servirle a temperatura ambiente. Per tutte, berle a piccoli sorsi. Con il progredire del pasto, girando verso l'alto la manopola del volume dei sapori, si può aumentare anche il perlage dell'acqua, che può -anzi deve - essere servita fresca e possibilmente in bicchieri di vetro a calice. L'acqua frizzante sgrassa e pulisce la bocca e favorisce la digestione.

Che poi, anche sul perlage ci sono due scuole di pensiero. Al Centro-Sud si preferisce generalmente l'acqua naturalmente gassata, quella cioè che trae la sua componente carbonica dalle sostanze che il liquido incontra nel suo percorso sotterraneo. Molte acque minerali attorno a Roma, ad esempio, come la Nepi o quella delle Capannelle, hanno una frizzantezza naturalmente moderata che fa sembrare una bomba quelle come la San Pellegrino che devono le loro bollicine a un dosage di anidride carbonica. E poi i sapori: ci sono acque dolci, salate, amare, acidule.

L'Italia è il Paese dove si consuma più acqua minerale e dove esiste la maggiore varietà di etichette. Ma le acque deluxe di cui parliamo in questa pagina arrivano da tutto il mondo. Perché se da noi l'H2O imbottigliata è un prodotto di consumo quotidiano, e come tale trattato con una certa noncuranza, all'estero l'acqua è parificata a una qualsiasi bevanda anche nel prezzo. Un oggetto del desiderio, uno status symbol in qualche caso. Le bottiglie sono oggetti di design sofisticato, ben lontane dai nostri cilindri in Pet o dalle borgognotte trasparenti o verdi: ce n'è di tonde come la olandese OGO, che passa per essere la più amata dalle modelle, di cilindriche come la norvegese Voss, che tanto assomiglia a un'eau de toilette, di piramidali come la cilena Andes. Ce n'è di danesi, di francesi, di spagnole. Di scozzesi, di americane, di giapponesi, di gallesi, di figiane, di messicane. Ora non avrete più scuse se vi perderete in un bicchier d'acqua.

VOSS Il nome in norvegese significa «cascata», evoca purezza. È un'acqua povera di sodio e quasi priva di minerali che acquisisce un sapore leggero, assolutamente inimitabile. Costa 4 euro a bottiglia

BLING H2O È sottoposta a nove processi di purificazione e contenuta in una bottiglia con cristalli Swarowski. Costa 88 euro a bottiglia

TY NANT Dalla natura incontaminata del Galles centrale. La bottiglia è apprezzata da artigiani che ne realizzano lampade. Costa 4,50 euro

OGO Proviene dai Paesi Bassi quest'acqua ad alta concentrazione di ossigeno: consente di espellere le tossine e attiva il metabolismo a vantaggio della salute . La bottiglia è un'ampolla trasparente quasi evanescente.

Acqua e ossigeno, due elementi fondamentali. Costa 10 euro a bottiglia

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