Cultura e Spettacoli

Simoni, Stagnoli e i geni dimenticati delle Alpi

Presentiamo per gentile con­cessione dell’editore ampi stralci dell’inter­vento di Marco Vitale contenuto in L’ultima salita , libro d’arte in libreria da questa setti­mana e curato da Giovanni Reale e Elisabetta Sgarbi (Bompiani, pagg. 486 più cd, euro 48)

Elisabetta Sgarbi è una donna della pianura e della grande città. Eppure da qualche anno sta dando un grande contributo a far crescere e valorizzare tesori d’arte e di cultura che si nascondono nelle nostre valli alpine. Mi riferisco in particolare a due suoi bellissimi documentari d’arte.
Il primo, intitolato: L’ultima salita. La Via Crucis di Beniamino Simoni (presentato al Festival del Cinema internazionale di Locarno 2009), interpreta e racconta la straordinaria Via Crucis di Cerveno (Valle Camonica), quella che il direttore generale del FAI, Marco Magnifico, ha giustamente chiamato: la più sconosciuta e commovente Via Crucis delle Alpi. Il secondo intitolato: Fantasmi di voce del 2003 (presentato alla 60° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia) è dedicato a un grande artista vivente, l’ottantottenne Antonio Stagnoli, disegnatore sommo, pittore di qualità, incisore raffinato, che opera a Bagolino in Val Sabbia.
Quasi trecento anni separano i due grandi artisti bresciani, eppure non pochi sono i collegamenti tra loro. Ed Elisabetta Sgarbi li ha saputi cogliere, penetrare e raccontare con sorprendente sensibilità. Entrambi sono artisti genuini e popolari e insieme raffinatissimi. Entrambi si pongono nel filone della grande tradizione pittorica del realismo lombardo e bresciano (e in particolare del Romanino) con chiare influenze della cultura pittorica tedesca, sempre presente nelle nostre valli alpine di frontiera, per quel continuo scambio culturale tra i due versanti che ha sempre caratterizzato le Alpi (prima degli sciagurati nazionalismi le Alpi sono state sempre un fattore di unione e non di divisione).
Antonio Stagnoli racconta soprattutto persone e vicende del suo popolo, della sua valle: persone, animali, scene agresti, musicanti, i ballerini dello storico e straordinario carnevale di Bagolino. E quando si dedica a temi religiosi li rappresenta con lo stesso realismo, con la stessa crudezza, con la stessa umanità dolente, con la stessa angoscia delle sue altre figure. Eppure in queste sue figure religiose sembra a me quasi di cogliere un’ispirazione ancora più profonda, una luce di speranza che illumina i personaggi e i loro volti drammatici e dolenti. E qui il legame con molti personaggi e con l’atmosfera di fondo della Via Crucis del Simoni diventa ancora più evidente.
L’opera di contenuto religioso più importante e nota di Antonio Stagnoli è, senza dubbio, il Polittico, con il suo grande movimento e con la sua grande ricchezza di scene e personaggi. Ma io vorrei richiamare l’attenzione su due altre opere religiose, che forse esprimono ancora meglio quello che intendo dire: la Madonna con il bambino e la Crocefissione. La Madonna ha il volto di una donna della valle e nel suo sguardo triste e profondo sembra quasi di leggere il presagio delle sofferenze che saranno inflitte al suo bambino che tiene stretto al petto. Nella Crocefissione c’è tutto il tormento del drammatico avvenimento (e come non pensare al Romanino della Madonna della Neve di Pisogne?), i volti popolari delle pie donne sono sgomenti, il volto del Cristo esprime tutta la sua sofferenza. Eppure se ci si concentra a fondo sul dipinto, si percepisce anche un senso di pace, di liberazione, di destino compiuto, dal quale verrà la redenzione dell’uomo. È la stessa sensazione che mi trasmette proprio la cappella della crocefissione del Simoni.
Quello che, però, mi interessa sottolineare è che l’impegno per il recupero e la valorizzazione di queste grandi tradizioni artistiche delle nostre valli non è una pura operazione di divulgazione artistica. È un’operazione antropologica, sociologica, economica.

Serve a ricollegare presente e passato, a riprendere valori e capacità offuscati dalla nostra superficiale civiltà contemporanea, a far capire quanti tesori di pensiero, di emozione, di amore siano depositati nelle nostre valli.
Copy: 2010 – Bompiani, Rcs libri Spa

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