Situazione migliore ma occorre una svolta culturale

In Italia gli incidenti stradali sono stati 230.871 e hanno determinato 5.131 decessi e 325.850 feriti, con un costo sociale di 31.137 milioni di euro, pari al 2,4 per cento del prodotto interno lordo. Le vittime stanno diminuendo, la tendenza è confortante. Nei primi mesi di quest’anno e nel corso del 2008, in base ai dati parziali rilevati nell’ambito autostradale ed extraurbano dalla Polizia stradale e dall’Arma dei Carabinieri, si è registrata una flessione, del 21,3% nel numero dei decessi. Ci stiamo avvicinando agli obbiettivi europei fissati nel 2001, quando si stabilì di quasi dimezzare entro il 2010 il numero delle vittime stradali, cioè portarle a 2500-3mila l’anno. Le vittime di sciagure automobilistiche - in base ai dati forniti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - sono ben superiori a quelle per infortuni sul lavoro (1200 morti l’anno) e per atti delittuosi. Nel confronto con gli altri Paesi della Unione europea a «15», nel 2007 l’Italia si è collocata all’undicesimo posto con tasso di mortalità di 8,7 vittime per centomila abitanti. Un livello di sicurezza inferiore a quello italiano si registra solo in Lussemburgo, Portogallo, Belgio e Grecia, mentre la media europea è di 7,2.
L’Italia, dunque, sta migliorando. Nel 2007 è stata registrata la maggiore riduzione di mortalità (-9,5%) tra tutti i Paesi europei. Si è ancora, tuttavia, tra quelli che registrano il più alto numero di morti per incidenti stradali: 182 l’anno in più rispetto alla Germania e 511 rispetto alla Francia. In un recente Forum il Pin Debate sulla sicurezza ospitato a Roma dal ministero dei trasporti e organizzato da European transport safety council (Etsc) in collaborazione con Toyota, si sono analizzate le cause all’origine di così tanti sinistri: la condizione delle strade, l’elevata velocità, l’imprudenza, l’alcol, la droga. I controlli sono fondamentali nello scoraggiare comportamenti di guida non pericolosi soprattutto oggi che le auto si sono dotate dei dispositivi necessari a prevenire gli incidenti ed a ridurne gli eventuali danni.
Nel 2008 sono stati effettuati 1,4 milioni di accertamenti contro gli 800mila del 2007 e i 250mila del 2006. Ci si sta avvicinando, in pratica, alla soglia del 4% sul totale dei patentati che in Italia sono 35,5 milioni. Nel 2008 sono stati controllati con etilometri 1,39 milioni di conducenti contro i 790mila del 2007 e sono state accertate 47.465 infrazioni per guida sotto l’effetto di alcol. La battaglia per la sicurezza sulle strade è lunga e difficile, ma certamente oggi è condotta con maggiore determinazione. È stato adottato e attuato un Piano nazionale della sicurezza stradale, al quale hanno partecipato regioni, province e comuni. L’azione normativa è più attenta e rigorosa con inasprimento delle pene. È stata istituita presso il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti la direzione generale per la sicurezza stradale con compiti di coordinamento e indirizzo. È migliorata anche l’informazione. Vi sono le aree urbane dove tanti sono gli utenti esposti: i motociclisti, i ciclisti, i pedoni.

Occorrono ora, misure selettive, forse è utile un nuovo Codice, ma soprattutto è necessario un cambiamento culturale, una maggiore responsabilizzazione, una più approfondita conoscenza dei reali drammi che ogni giorno si registrano sulle nostre strade.

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