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Snipes nella tagliola del fisco, in cella per non aver pagato 17 milioni di tasse

L'attore afroamericano nel '93 interpretò «Demolition man» con Stallone ma la fama gli arrivò tra il 1998 e il 2004 con la trilogia «Blade», «Blade II» e «Trinity». Proprio in questi anni però non avrebbe presentato dichiarazioni dei redditi, rimediando così una condanna a tre anni diventata esecutiva sabato 20 novembre

Con le tasse in America non si scherza. Lo imparò a sue spese nientemeno che Al Capone, che riuscì a dribblare la polizia tra un omicidio e l'altro, salvo poi finire al fresco per evasione, da non da un carcere ma dalle imposte. E un'altra testa eccellente è caduta ieri sotto la mannaia del fisco, Wesley Snipes a cui non è bastato essere uno dei più popolari attori «stars and stripes». Al termine di un iter processuale iniziato nel 2008, il giudice ha battuto il fatidico martelletto e l'ha spedito dietro le sbarre per anni tre. Snipes attraverso il suo legale si è limitato a dire di essere «Molto deluso». E c'è da credergli.
Un'accusa del genere infatti costò la «carriera» ad Alfonso Gabriele Caponi, forse il più famoso gangster del Novecento, meglio noto con il nomignolo «Al» e con il cognome storpiato in «Capone», perché in inglese per pronunciare la «I» bisogna scrivere «E». Il capo indiscusso della malavita di Chicago, finì in galera all'inizio degli '30, ne passò una decina ad Alcatraz prima che il decorso della sifilide, contratta in giovane età, non lo facesse diventare pazzo. Nel '39 uscì ormai una larva umana e nel '47 fu colpito da ictus che lo uccise nel giro di poche ore, a 48 anni.
Facendo i debiti scongiuri dunque, anche Wesley Snipes ha cominciato a scontare la sua condanna per evasione fiscale. Il giudice ha infatti respinto nelle scorse ore la richiesta di un nuovo processo avanzata della star di Hollywood. Al termine dell'udienza, l'attore è stato scortato in un carcere di Los Angeles dove resterà per i prossimi 3 anni. Nato a Orlando in Florida nel 1962, ma cresciuto a New York, nel quartiere di South Bronx, Snipes è un esperto in arti marziali, più specificamente nella Capoeira e nel Taekwondo, di cui è cintura nera. Grazie alle conoscenze di queste discipline nella sua carriera si è specializzato in film d'azione. Diventa famoso nel 1993 recitando al fianco di Sylvester Stallone in «Demolition Man», interpretando lo psicopatico Simon Phoenix. Ma viene proiettato nel firmamento di Hollywood con la trilogia «Blade», 1998, «Blade II», 2002, e «Blade: Trinity», 2004, tratta dal fumetto «Marvel Comics», dove interpreta l'eroe metà uomo e metà vampiro, difensore della razza umana. Soprattutto come cachet, anche se il fisco è convinto non abbia pagato tutte le imposte dovute.
Così nel febbraio del 2008 viene accusato di non avere pagato tasse per 17 milioni di dollari, 12 e mezzo in euro. Nel periodo della «trilogia», cioé tra il 1999 e il 2004, Snipes avrebbe infatti guadagnato più di 38 milioni di dollari, «dimenticando» però di presentare la dichiarazione dei redditi. Per questo a maggio viene condannato da un giudice federale della Florida a tre anni, il massimo della pena prevista per il reato di evasione fiscale. Evita tuttavia il carcere ottenendo la libertà provvisoria, tanto da riuscire a girare altri due film nel 2009 «Gallowwalker» e «Brooklyn's Finest».
Il provvedimento viene però revocato venerdì 19 dal giudice Terrell Hodges della Corte Federale del Distretto di Ocala, nella Contea Marion, nel centro della Florida. Che di conseguenza lo spedisce dietro le sbarre: «L'imputato ha ricevuto un processo giusto, è giunto adesso il momento di far scattare la punizione» ha spiegato il magistrato.

Nessun commento invece da parte di Snipes. Parla il suo avvocato: «È davvero uno shock. Il mio cliente è molto deluso ma cerca di mantenere alto il morale e resta ottimista». Speriamo ci riesca per i prossimi tre anni.

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