«Soffro di diabete e depressione»: i trucchi delle maestre assenteiste

Si fanno dichiarare invalidi per farsi trasferire. Da Milano al Sud. Locri e in genere la provincia di Reggio Calabria, Favara, alcuni centri della Campania sono le zone verso cui il fenomeno si sviluppa in modo particolarmente rilevante.
Un fenomeno che Antonio Lupacchino, dirigente dell’ufficio scolastico milanese denuncia da anni. Inutilmente. «Ogni volta che scopriamo un imbroglio – dice – facciamo partire tutte le nostre segnalazioni, anche alla procura della Repubblica. Ma sembra una inutile fatica di Sisifo». Inutile dire che questo fatto tende ad alimentare nelle scuole milanesi il carosello degli insegnanti e l’ampliamento del fenomeno del precariato. A complimentarsi con il direttore provinciale di Milano per aver scovato i furbetti, è il ministro all’Istruzione Maria Stella Gelmini: «L’amministrazione scolastica ha dimostrato di saper vigilare e contrastare questi episodi inaccettabili». Il punto di partenza dell’imbroglio sono i certificati di invalidità ottenuti in modo compiacente. Certificati che l’Asl dovrebbe vagliare, ma intanto l’interessato (per presunte depressioni, diabeti e scoliosi) può ottenere il trasferimento per via privilegiata. Già lo scorso anno erano stati scoperti 30 insegnanti a cui il certificato provvisorio era stato annullato. «Di conseguenza – continua Lupacchino – il trasferimento era stato annullato e le persone coinvolte denunciate all’autorità giudiziaria». Il paradosso è che gli insegnanti coinvolti nel frattempo non sono rimasti a lavorare nelle sede illegittimamente coperta, ma alcuni di loro hanno rifatto la domanda di trasferimento per il prossimo anno utilizzando lo stesso certificato fasullo che era già stato sconfessato. Nell’analisi delle domande di trasferimento che gli uffici di via Ripamonti stanno vagliando sono già cinque i casi di questo genere. Il malaffare, dunque, continua. E non solo per i trasferimenti degli insegnanti: Le invalidità facili, infatti, servono anche per avere un posto di lavoro, soprattutto per la mansione di bidello.
Sta di fatto che chi si rivolge a un ufficio del Sud ha vantaggi che chi si rivolge a un ufficio di Milano non ha. E quello del Sud si conquista un posto di lavoro a scapito del milanese. «Una situazione assurda – commenta il sindacalista Pippo Frisone - Abbiamo scritto recentemente anche al ministro Brunetta: non è possibile che i requisiti di invalidità previsti siano diversi da regione e regione. Oggi avere uno stipendio è affare difficile, a maggior ragione occorre garantire che i posti disponibili siano assegnati a chi ne ha diritto.

Per questo occorrono regole uguali per tutti».

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