Roma

Solidarietà: tra il dire e il fare...

Anna Frangione

Hanno indossato il gilet arancione «Nonna Roma», simbolo della solidarietà messa in pratica da oltre 1500 volontari che assistono gli anziani nella capitale. Il sindaco Walter Veltroni e l’assessore alle Politiche sociali, Raffaella Milano, ieri mattina hanno visitato così la Casa della Solidarietà di via Corradoni e calandosi nel ruolo dei «pony» hanno ascoltato alcune storie, quelle dei fortunati anziani che usufruiscono dei servizi di assistenza del Comune. Una rete di attività promosse e pubblicizzate sotto il marchio «Nonna Roma» per potenziare i servizi di sostegno per gli anziani. Sono più di 500.000 gli over 65, il 21% della popolazione di Roma, e 245.000 i cittadini della terza età che vivono da soli. Per loro la rovente estate romana presenta non poche difficoltà. Il progetto del Comune si spinge oltre l’emergenza assistenza e punta anche su iniziative di socializzazione, come visite guidate e itinerari culturali anche all’interno delle strutture residenziali.
Il sindaco ha fatto visita ad alcuni anziani che usufruiscono dell’assistenza domiciliare, da piazza Strozzi a via Monte Pertica. Qui vive Gloria, una signora di 90 anni che viene accompagnata a ritirare la pensione dai volontari.
Se ci affidassimo solo ai messaggi promozionali di questa campagna estiva di assistenza alla terza età, saremmo portati a pensare alla facilità con cui questi servizi possono essere richiesti e fruiti. Ma non ci sono solo storie come quelle ascoltate direttamente da Veltroni ieri mattina. Avere informazioni chiare e usufruire dell’assistenza non è così semplice e immediato. Dopo la storia pubblicata ieri da Il Giornale sulla giungla dei numeri utili, una nuova testimonianza denuncia l’inefficienza della rete di intervento. Ad avere bisogno dell’aiuto di «Nonna Roma» è una signora di 80 anni, cardiopatica e in possesso di un certificato di invalidità. La figlia C.G. spera di poter trovare una soluzione per gli spostamenti della madre, quando lei è assente. La signora è informata dell’esistenza di un servizio di trasporto gratuito per anziani fragili, ampiamente pubblicizzato sul sito ufficiale del Dipartimento delle Politiche sociali e della Salute. Il progetto nasce proprio per facilitare gli spostamenti degli anziani invalidi per la città permettendo loro di fare la spesa, recarsi dal medico, e svolgere le attività di tutti i giorni.
Per avere ulteriori informazioni su una eventuale documentazione necessaria contatta il centralino del Comune, lo 06.06.06. L’addetto consiglia alla signora di rivolgersi all’Atac. Ma il servizio di trasporto pubblico capitolino non è preposto a questo tipo di interventi e suggerisce di rivolgersi all’Ufficio trasporto disabili del V Dipartimento, viale Manzoni 16. C.G. compone lo 06.67105387. «Non mi hanno fatto nemmeno parlare», afferma amareggiata. «Poi mi è stato detto che il servizio non è garantito perché non ci sono abbastanza volontari». La signora C.G. è molto delusa dalla differenza che ha riscontrato tra le promesse, le parole e la realtà. «Non capisco perché facciano tanta pubblicità a servizi che non sono disponibili, le elezioni sono lontane», ironizza.

E di certo per lei e per la madre, «Nonna Roma» non è l’accogliente città della terza età.

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