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Somalia, attacco suicida: 50 morti

Tra le vittime dell'attentato, compiuto a 400 km da Mogadiscio, c'è il ministro alla Sicurezza somalo Omar Hashi Aden, personaggio chiave nella lotta contro i ribelli islamici

Somalia, attacco suicida: 50 morti

Mogadiscio - Un'auto a tutta velocità si schianta contro altre macchine che stavano allontanandosi da un albergo, nel centro di Beledweyne, a nord di Mogadiscio, vicino al confine con l'Etiopia. Poi lo scoppio, il fumo, le macerie e il sangue dappertutto. Si è trattato di un'autobomba: ha provocato almeno cinquanta i morti e oltre 100 feriti. Ha perso la vita anche un ministro. Un testimone, Mohamed Nur, ha raccontato alla tv araba al Jazeera di aver visto l'auto, di piccola cilindrata dirigersi verso l’ingresso dell’albergo Medina.

Ucciso ministro della sicurezza Nell'attentato ha perso la vita il ministro della sicurezza somalo, Omar Hashi Aden. Un kamikaze ha fatto esplodere una Toyota imbottita di esplosivo vicino all’Hotel Medina. Nell’esplosione sono morti anche l’ex ambasciatore in Etiopia, Abdi Karin Lakanyo e alcune decine di persone.

Gruppo vicino ad al Qaeda Aden era un personaggio chiave nell’offensiva del governo contro i ribelli islamici che controllano la gran parte della Somalia meridionale e vogliono rovesciare il presidente Sharif Sheikh Ahmed per instaurare una rigida versione della sharia nel Paese del Corno d’Africa. Il colonnello era alloggiato nell’hotel di Baladwayne, da dove dirigeva le operazioni contro i fondamentalisti islamici guidati da al Shabaab, un gruppo considerato vicino ad al-Qaeda e nelle cui file militano molti miliziani stranieri.

L'offensiva dei gruppi islamici Dallo scorso 8 maggio, i gruppi islamici hanno sferrato un’offensiva contro il Governo federale transitorio, guidato da Sheikh Ahmed eletto presidente dal parlamento somalo riunito a Gibuti lo scorso 31 gennaio. Il gravissimo attentato fa seguito a un giorno di violenti scontri tra i ribelli islamici e le forze governative, in cui sono morte almeno 26 persone, tra cui il comandante della polizia della città.

Più di 400 morti, 117mila sfollati Il bilancio di un mese di violenze sino ad ora è di più di 400 morti e 117.000 sfollati, in fuga da Mogadiscio a causa dei combattimenti.

Il presidente, un musulmano moderato, ha introdotto la "sharia" nel Paese del Corno d’Africa ma è ugualmente avversato dai fondamentalisti islamici.

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