Scienze e Tecnologia

Sono sempre più mobile. E applaudo

Viva i due premi Nobel per la fisica. E viva il Comune di Milano, che ci offrirà connessione senza fili gratis in parchi e strade

Nel 1988 i computer c’erano già da un pezzo, così come le memorie ottiche (i Cd-Rom, per capirci). In quell’anno il mio pc nuovo di pacca aveva un hard disk da 20 megabyte, spazio su cui non ci starebbero neanche la ventina di foto scattate alla festa del mio piccolo Giacomo, che ieri ha compiuto due anni. Il problema di quei tempi, però, era che la potenza computazionale seguiva obbediente la legge di Moore (ovvero il raddoppio del numero dei transistor sul singolo chip di silicio ogni 18 mesi), mentre la capacità di memorizzazione degli hard disk cresceva di appena il 25-30 per cento all’anno.

Avrete già capito dove voglio andare a parare: fare un plauso a chi ha deciso di assegnare il premio Nobel per la fisica a due ricercatori, Albert Fert e Peter Gruenberg, che indipendentemente l’uno dall’altro hanno fatto una scoperta che ha scardinato questi vincoli. Il principio della “magnetoresistenza gigante” (in sigla GMR, e non statemi a chiedere come funziona: il Web è lì per questo) consente a tutti – a meno di vent’anni di distanza – di avere hard disk da 200 gigabyte, ovvero diecimila volte più capienti.

L’effetto non è solo quello di poter infilare sul pc tutte le foto che voglio dei miei figli, ma anche di poterlo fare su un pc portatile. O meglio: un effetto della scoperta di Fert e Gruenberg sta nel poter disporre di computer portatili degni di questo nome. I portatili – e qui voglio agganciarci un’altra notizia di questi giorni – oggi però sono computer veri solo se possono connettersi in rete. E il vincolo di oggi è che per farlo come si deve, sempre e ovunque, è necessaria una connessione WiFi. Nelle case e negli uffici di quasi tutti noi c’è, ma appena si esce dai nostri spazi diventa una chimera. Un altro plauso quindi va al Comune di Milano, che ha inaugurato una connessione WiFi (udite udite, libera e gratuita!) all’interno del Parco Sempione, attorno al Castello Sforzesco.

Non si tratta di una pura dimostrazione (o almeno lo spero), dato che l’iniziativa è stata presentata come il primo passo che porterà la città a dotarsi in un paio d’anni di quattromila antenne a disposizione di cittadini e visitatori. L’investimento non è da poco: si parla di almeno 15-17 milioni di euro, che serviranno a coprire 700 incroci, 300 scuole e università, 50 parchi (ma a Milano ci sono cinquanta parchi?), oltre a centri per anziani, biblioteche e altri centri d’interesse. Nel mondo non so quali altre grandi città abbiano progetti simili.

So però che io, che sono nato e vivo a Milano, sono molto, molto contento.

Commenti