Cultura e Spettacoli

"Valentino", tra leggenda e feuilleton

Qualcuno sarà rimasto sorpreso dal successo di pubblico della miniserie di Canale 5 prodotta dalla Ares di Alberto Tarallo

"Valentino", tra leggenda e feuilleton

La televisione è un mistero, ma a volte un po' meno. Qualcuno sarà rimasto sorpreso dal successo di pubblico di Rodolfo Valentino - La leggenda (Canale 5, giovedì, ore 21,20, share del 18,7 per cento, stasera la seconda e ultima puntata), almeno pari a una serata qualsiasi del Grande Fratello.

Ma la miniserie prodotta dalla Ares di Alberto Tarallo calza come un guanto sul pubblico di riferimento, già coagulato dalle precedenti L'onore e il rispetto e Il peccato e la vergogna. Del resto gli stessi elementi etici e narrativi sono ribaditi anche in questo lavoro, sceneggiato da Teodosio Losito e interpretato dall'attore-feticcio della casa, Gabriel Garko, catalizzatore di sguardi femminili, tanto più dopo la polemica sul nudo integrale, risolto alla maniera di uno dei tanti spot di profumo maschile.

A differenza dei precedenti lavori, qui però siamo di fronte ad una vicenda reale, quella del più grande divo del cinema muto, il pugliese Rodolfo Guglielmi emigrato a Little Italy e divenuto il mitico e bramatissimo Rudy Valentino, morto a soli trentun anni. È sufficiente scegliere il registro narrativo della «leggenda», come avverte il sottotitolo, dosando sapientemente l'orgoglio del «non essere in vendita» e l'onore di possedere puro talento italiano tra passioni travolgenti, sospiri e peccati di gioventù (una figlia inventata), per dar vita a un felleuiton torbido-erotico di presa immediata. Garko è perfettamente nella parte sia nei panni dell'impulsivo servitore di aristocratici e cameriere, sia in quelli del riscatto come ballerino, attore e oggetto del desiderio. Gli basta sottolineare sguardi e pettorali in una selva di occhiate concupiscenti del nutrito cast femminile (Dalila Di Lazzaro, Victoria Larchenko, Cosima Coppola, Giulia Rebel, Asia Argento) per dare corpo al suo personaggio. Lontano da sofisticherie autoriali e complessità tridimensionali che risulterebbero fuori luogo. Impeccabile anche la patinatura delle ambientazioni.

Come dimostrano gli ascolti, l'ampia platea di riferimento è soddisfatta.

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