Cultura e Spettacoli

Adrian, l'ultima puntata perfetta e "magica"

Ultima puntata dello show "Adrian" di Adriano Celentano, che nei "saluti finali" raggiunge la perfezione di uno show fatto di tanta musica di qualità

Adrian, l'ultima puntata perfetta e "magica"

C’è tanta, tantissima musica nell’ultima puntata di Adrian. La puntata perfetta, il perfetto intrattenimento di qualità che ci si aspettava da lui. Pazzeschi sono anche gli ospiti come Marco Mengoni che già si vede nell’anteprima cantare la splendida “La casa di Azul”.

Sullo sfondo un mare al tramonto quasi una conclusione della giornata che che si lega alla conclusione di questo tormentato programma che in quest'ultimo appuntamento ha il sapore di Natale, a iniziare dalla sua entrata in scena con “Pregherò”. Poi Adriano racconta una storia, la storia di un viaggio e un mazzo di carte. Quasi una barzelletta. Uno spaccato della sua vita che fa ridere il pubblico che già è in piedi dall'inizio per applaudirlo.

Parte quindi un rock ’n roll sfrenato dove il “molleggiato” mostra che il tempo per le sue gambe non è passato. Segue l’unico spazio in cui Celentano prende la parola per parlare di Venezia. Ma non la lega all’acqua alta, piuttosto alla politica e al referendum. “Qualche giorno fa a Venezia si è consumato un referendum dal ‘Cuorum assai malato’ - comincia a raccontare -. Il sindaco di Venezia Brugnari, in compagnia di Cacciari e di altri sono stati i veri promotori della svendita della città".

"Loro sono chiamati - continua - ‘I quattro dell’orsa peggiore’, perché hanno incitato i cittadini di Venezia ad astenersi dal voto e il ‘Cuorum si è ammalato’”. Ma la colpa, sostiene Celentano, è dei veneziani che non si accorgono della trappola in cui sono caduti, eppure, dice, "Cacciari è stato chiaro" Venezia è in vendita -sostiene- sono in vendita i monumenti, le isole E tra un po’ venderanno anche voi se non tenete gli occhi aperti”, dice riferendosi ai veneziani.Venezia è una delle sette meraviglie del mondo una città che potrebbe essere un campione perché è esposta forse più di tutti al cambiamento climatico. E invece rischia di sprofondare sotto i 32 milioni di piedi dei turisti che la calpestano ogni anno. Non sono i veneziani a decidere - dice - ma i paesi limitrofi, ma i referendum li perdono perché si fanno convincere a non andare a votare. Ma quando ci sarà il prossimo referendum, io credo che Venezia avrà un comune indipendente e non diviso in sei paesi”.

Tante parole con Mengoni e poi… Arriva Natale

Questo tutto il suo intervento, perché poi sul palco arriva, accolto da applausi a scena aperta, Marco Mengoni. È visibilmente emozionato sia mentre canta “La Casa di Azul”, sia quando parla con Celentano che lo promuove sul campo come suo erede. E lui ricambia raccontando che ovunque vada nel mondo la prima cosa che le chiedono è se lo conosce, visto che è anche presente con un brano nel suo album.

Un bellissimo momento di musica quando insieme cantano “Si è spento il sole”, che emoziona davvero, forse più di tante parole. Così come, andato via Mengoni, entra un coro che intona “Tu scendi dalla stelle” un tema natalizio che si lega perfettamente negli arrangiamenti a “Il forestiero” la canzone di Celentano che parla dell’incontro di Gesù con la Samaritana.

Il cartone di Adrian parte, ma a differenza delle altre volte, non conclude la serata, perché dopo la prima parte, lo spazio per i pensieri e le "parole" sono dati a Gigi e Ross e a Ilenia Pastorelli. Si parla di "Spending Review" che viene considerata come "tirare la cinghia senza ritegno peggio della guerra" o di privacy: "Tu intanto firma mille fogli poi noi ci impegnamo a vendere i tuoi dati" o ancora di “Mee Too”, “Che significa, anche io ci sono contro l’abuso di potere, che per noi è il nemico numero uno - dice la Pastorelli riferendosi alle donne - Qui non c’è la seduzione ma l’abuso del più forte. E’ come un rock che scandisce il suono da nord a sud. E se qualcuna si sentirà solo ci sarà un’altra donna che dirà: 'Non ti preoccupare ci sarò anche io”.

Va avanti il cartone, dove un Adrian quasi super eroe, con poteri strabilianti soffia via tutto, e tra un colpo di karate e il sole che spunta tra le nuvole, si ode anche una versione particolare di "Bella Ciao", come simbolo di lotta. Ma è sul finale che la meravigliosa "Facciamo finta che sia vero" cantata insieme a Franco Battiato pacifica la chiusura delle avventure di questo eroe futurista, "Sempre giovane - dice la Pastorelli nel monologo finale - che poteva accontentarsi, ma Adrian non lo fa mai, e che ci dice che il mondo può essere salvato, e per questo che ci invita a salire sulla sua macchina del tempo".

E "Con la pubblica ottusità", cantata da Gigi e Ross e Ilena Pastorelli si chiude questo capitolo che solo più avanti capiremo se era davvero un grande sogno futurista, o semplicemente un sogno.

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