Cultura e Spettacoli

Gli Afterhours festeggiano la loro rivoluzione rock

Esce un libro con quattro cd e brani inediti La band di Manuel Agnelli a Milano il 10 aprile

Gli Afterhours festeggiano la loro rivoluzione rock

Tutto parte dalle fotografie... In copertina quella con un bambino con il cinturone, la pistola e lo sguardo torvo... Nel retrocopertina quello stesso bimbo, diventato uomo, punta una pistola contro il mondo... È Manuel Agnelli, per i più giovani il giudice di X Factor, per i musicofili un pioniere del rock indipendente italiano alla guida degli Afterhours. È in quest'ultima veste che Manuel si presenta ai giornalisti per festeggiare i trent'anni della band con il libro e quadruplo cd Antologia 1987-2017. Foto di pura gioia..«È un punto fermo - dice Manuel, accompagnato da Rodolfo D'Erasmo - un mattone per ricostruire la nostra storia. Io vivo sempre una sorta di dualismo, essendo tenacemente legato alle radici ma anche voglioso di modificare quelle stesse radici. Per questo le due fotografie; una che mi riporta indietro, con quel cinturone che papà mi portò da un viaggio nello Zaire, e l'altra del periodo dell'album Germi, quando abbiamo cominciato a picchiare duro». Agnelli è un mago nello stare in equilibrio tra presente e passato e nell'ammiccare, coi suoi suoni maliardi, anche al mercato d'oltreoceano. «Abbiamo sempre lavorato per avere un sound personale e al tempo stesso internazionale.

Album come Cocaine Head sono stati disco del mese in America per riviste come Alternative Press, e New Musical Express scrisse che eravamo una grande band con un suono potente ma testi troppo mosci. Fu una grande lezione per me. Abbiamo tenuto decine di concerti negli States, e siamo stati anche contattati dall'etichetta Geffen, ma per sfondare negli Stati Uniti avremmo dovuto trasferirci là, e credo che saremmo stati meno noti. La nostra musica è stata rivoluzionaria per l'Italia degli anni Novanta dove tutto cambiava: finiva la Guerra fredda, Arafat e Rabin si stringevano la mano e i Nirvana si piazzavano primi in classifica. Le radici musicali sono fatte per essere coltivate ma anche strappate. Talvolta quando vivevo periodi bui guidavo fino alla mia casa natale; poi ho scoperto che lo faceva anche Bruce Springsteen, è un modo come un altro per ritrovare se stessi. Il nostro compito, e quello che ricominceremo a fare da oggi, è quello di esplorare mondi musicalmente diversi tra loro». Già pronti per nuove avventure quindi, ma con un altro traguardo (e un altro festeggiamento) in vista: il concerto al Forum di Assago che gli Afterhours terranno il 10 aprile prossimo, come unica data italiana del 2018. Un altro regalo ai fan oltre alla versione di Bianca (inserita nel cofanetto) interpretata con Carmen Consoli. «Abbiamo cercato un artista rock che avesse un percorso musicale parallelo al nostro, e lei ha dato un tocco di grazia all'album. Vi svelo un piccolo segreto: la voce nel finale è di Daniele Silvestri».

L'antologia è un lavoro per i fan più accaniti ma anche per il pubblico che non frequenta l'orbita degli Afterhours. «Lavorando a X Factor ho scoperto in tv una realtà diversa da quella che si percepisce dal di fuori. Per il pubblico del programma io prima non esistevo. Con questo cofanetto chi vuole può imparare a conoscermi». Ma ci sono anche notevoli chicche per gli appassionati; brani inediti come Fifteen Seconds e Senza titolo e le versioni su nastro di classici come Male di miele del 1986. «Alcuni di questi nastri sono davvero forti, col suono duro e a volte cantati in un linguaggio inventato». Sempre rivoluzionari e all'avanguardia perché «oggi la musica non è rivoluzionaria, anche se con internet ci sarebbe tanto spazio per osare. Tra i gruppi storici ci sono i Litfiba ma non mi hanno mai convinto, non sono il mio punto di riferimento, mentre i Ritmo Tribale scrivono brani in italiano in modo molto convincente».

Recentemente lo studio di registrazione degli Afterhours ha preso fuoco, ma si è salvato quasi tutto il prezioso materiale che conteneva. «Abbiamo ritrovato cose che neppure ricordavamo e prima o poi le proporremo al pubblico. Per ora pensiamo al concerto del Forum, dove rappresenteremo momenti diversi del nostro percorso.

Ci piacerebbe fare uno show coinvolgente e non convenzionale come quello della settimana scorsa di Nick Cave, dove l'emozione e i sentimenti erano palpabili».

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