Cultura e Spettacoli

"Ammore e Malavita", crime-movie in salsa neomelodica, conquista il Lido

Tra musica, azione, sentimento e pallottole, la nuova pellicola dei Manetti Bros convince e diverte

"Ammore e Malavita", crime-movie in salsa neomelodica, conquista il Lido

Il terzo film italiano tra quelli in concorso, "Ammore e Malavita" dei Manetti Bros, è stato presentato questa mattina alla stampa alla Mostra del Cinema di Venezia.

Accolto tra risate e applausi, il film è un musical napoletano confezionato a regola d'arte.

Ciro (Giampaolo Morelli), un killer al servizio del boss Don Vincenzo Strozzalone (Carlo Buccirosso) e di sua moglie, Donna Maria (Claudia Gerini), viene incaricato di eliminare una testimone. Quando scopre che si tratta di Fatima (Serena Rossi), il suo indimenticato primo amore, non ha il coraggio di ucciderla. Obbligato a scegliere tra cuore e malavita, Ciro fugge con la ragazza, voltando le spalle alla sua cosca. I mandanti del mancato omicidio, naturalmente, non tollerano il tradimento: la caccia ai due innamorati è aperta.

"Ammore e Malavita" racconta la lotta di quartiere tra due coppie che sognano la stessa cosa, ossia poter fuggire dalla vita criminale ed essere libere di averne una nuova e più serena.

È una sceneggiata un po' pulp che permette di sorridere della mafia e dei suoi stereotipi: le azioni più efferate sono precedute da numeri musicali irresistibili, che regalano tonalità comiche anche ai personaggi più minacciosi.

Sebbene incorniciati in una realtà un po' trash e sopra le righe, i protagonisti restano credibili grazie ad un cast all'altezza e in grado di donare loro la giusta verosimiglianza. Sorprendono soprattutto Buccirosso, in un doppio ruolo, e la Gerini, che padroneggia il dialetto napoletano con grande naturalezza, canta e balla. Le canzoni non sono semplici intermezzi ma parte integrante della storia perché hanno testi che sono dialoghi musicati.

"Ammore e malavita" è un riuscito ibrido di commedia, azione, sceneggiata napoletana e musical in cui si rende omaggio a una città che non è quella descritta in "Gomorra" e qui bonariamente presa in giro, ma una Napoli ripresa in scorci di grande bellezza, abitata da passione e sentimenti.

I Manetti Bros, da outsider dichiarati della Mostra, vincono ogni scetticismo con un'opera dalla spensieratezza intelligente, un miscuglio di generi di grande efficacia che regala intrattenimento spassoso e originale.

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