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Il figlio di Riina a Porta a Porta: sinistra all'assalto di Bruno Vespa

Salvo Riina parla per la prima volta in televisione. Levata di scudi tra i dem. La Bindi: "Porta a Porta è il salotto del negazionismo della mafia". E il renziano Guelfo Guelfi, membro del Cda Rai, avverte Vespa: "Rivedremo il tuo contratto"

Il figlio di Riina a Porta a Porta: sinistra all'assalto di Bruno Vespa

Salvo Riina parla per la prima volta in televisione. Lo ha intervistato a Padova Bruno Vespa per la puntata di Porta a Porta che andrà in onda stasera. L'intervista al figlio di Totò Riina ha creato un malumore senza precendenti tra le fila del Partito democratico. Il primo a infiammare la polemica è stato Michele Anzaldi che ha chiesto al direttore Antonio Campo Dall'Orto e alla presidente Monica Maggioni di presentarsi in Vigilanza Rai per "spiegare come sia possibile che il servizio pubblico si presti a queste operazioni". Ma a mettere il carico da novanta è il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, che minaccia un intervento qualora l'intervista dovesse andare in onda.

Nell'intervista rilasciata a Vespa, Riina ricorda i sedici anni accanto al padre latitante, l'immagine di Totò Riina dinanzi al televisore che trasmetteva le stragi di Capaci e via D'Amelio, i silenzi in una famiglia che sapeva e non parlava. Si rifiuta, invece, di rispondere alle domande del giornalista su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e, nonostante i ripetuti inviti, non ha voluto prendere le distanze dai molti delitti del padre. L'intervista sarà commentata in studio da Antonio Emanuele Schifani, figlio di uno degli agenti della scorta di Falcone, da Giuseppe Enrico Di Trapani del Comitato "Addiopizzo", da Luigi Li Gotti, difensore di Buscetta e di Brusca e dal giornalista Felice Cavallaro. Ancor prima che vada in onda, però, l'intervista ha scatenato i dem che pretendono da Vespa un passo indietro. "Mi auguro che in Rai ci sia un ripensamento", ha tuonato la Bindi accusando Porta a Porta di "essere il salotto del negazionismo della mafia". Ripensamento che Vespa non avrà. "Perché non dovrebbe andare in onda?", ha replicato seccato.

Se questa sera l'intervista al figlio di Totò Riina dovesse andare in onda, la Bindi chiederà all'Ufficio di Presidenza di convocare in Commissione la Maggioni e Campo Dall'Orto. Il renziano Guelfo Guelfi, membro del Cda Rai, ha già fatto sapere all'Huffington Post che "il contratto di Vespa sarà rivisto". Il presidente del Senato Pietro Grasso ha subito fatto sapere che non guarderà la puntata: "Non mi interessa se le mani di Riina accarezzavano i figli, sono le stesse macchiate di sangue innocente". Pier Luigi Bersani, che era stato invitato in studio, ha fatto di più annullando all'ultimo minuto la propria partecipazione al talk show. Durissima anche la presa di posizione del presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e del segretario dell'Usigrai, Vittorio Di Trapani, che hanno accusato Vespa di trasformare la trasmissione nel "salotto di famiglie criminali". Di tutt'altro avviso, invece, Arturo Diaconale, consigliere di amministrazione Rai: "io prima di tutto sono un giornalista e quindi considero l'intervista al figlio di Riina uno scoop giornalistico".

Già nei mesi scorsi Porta a Porta era stata al centro delle polemiche per una puntata in cui erano stati ospitati Vera e Vittorino Casamonica, figlia e nipote di Vittorio Casamonica, i cui funerali show il 20 agosto, a Roma, avevano provocato molte critiche. Dopo quella puntata era stato convocato per una audizione in Commissione Antimafia prima il direttore di Rai Uno Giancarlo Leone.

Le reazioni avevano spinto la rete a garantire uno spazio "risarcitorio" in una successiva puntata, aperta con l'intervista all'allora assessore alla Legalità del Comune di Roma, Alfonso Sabella.

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