Cultura e Spettacoli

C'è un politico che sostituì Mussolini (per un giorno)

Giancristiano Desiderio

B enito Mussolini è indicato come il presidente del Consiglio italiano più longevo. Naturalmente, la longevità è frutto di una particolarità: la dittatura. Tuttavia, sul «quando» il fascismo al governo divenne tirannia gli storici e gli studiosi in genere sono da sempre divisi: c'è chi ritiene che fu subito dittatura e chi vede la nascita del regime solo nel 1925 con le «leggi fascistissime». Se è vero che a volte la storia si comprende conoscendone i dettagli, allora, in questo caso sarà utile la lettura del libro collettaneo Teofilo Rossi. Il sindaco di Torino della Grande Esposizione edito dal Centro Studi Piemontesi a cura di Tomaso Ricardi di Netro.

Chi fu, infatti, Teofilo Rossi di Montelera? Il conte e senatore Teofilo Rossi fu un giolittiano di stretta osservanza, irriducibile al fascismo - come afferma Aldo A. Mola nel suo intervento -, fu ministro dell'Industria e del Commercio nel governo Facta e tale rimase anche nell'esecutivo di unione nazionale varato da Mussolini il 31 ottobre 1922. La longevità di Mussolini come primo ministro è dovuta anche al fatto che presiedette sempre le sedute del Consiglio. Solo in un caso eccezionale fu assente per impegni all'estero e delegò a presiedere la seduta di governo il ministro giolittiano Teofilo Rossi. A riprova che i primi tre anni del governo Mussolini non appartengono ancora alla storia della dittatura fascista ma alla crisi e al tramonto dello Stato liberale. Nel luglio del 1923 il ministero retto da Teofilo Rossi venne fuso in quello dell'Economia Nazionale e fu affidato a Mario Orso Corbino. Mussolini ringraziò Rossi: «Tutto ciò che hai fatto resta; tutto quello che hai iniziato verrà condotto a compimento». Ma Teofilo Rossi vide solo in parte il «compimento» perché morì sessantaduenne a Torino il 27 dicembre 1927. Il suo nome è legato a Giovanni Giolitti ed a Torino di cui fu sindaco durante la Grande guerra. Nel 1909 divenne senatore del Regno e organizzò l'Esposizione Universale di Torino del 1911.

Era così vicino a Giolitti che quando nel 1920 lo statista divenne per la quinta volta presidente del Consiglio lo volle sottosegretario alla Pubblica istruzione accanto a Benedetto Croce.

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