Cultura e Spettacoli

Che ambiguità quel terrorista (forse) pentito

Non c'è niente di più pericoloso di una confessione non suffragata da prove materiali. Forse soltanto una confessione che si accompagni ad un'accusa. Gli stessi concetti, ma farciti di piombo e di inseguimenti mozzafiato, li troverete in The Blacklist che andrà in onda su Foxcrime (canale 115 di Sky) da questo venerdì alle 21. La serie, prodotta dall'americana NBC, mette assieme temi forti, ed abbastanza abituali, dei telefim figli dell'era delle guerre asimmetriche. Ci sono gli Usa sotto scacco causa svariate minacce terroristiche, gli agenti con attrezzature iper tecnologiche, i profiler... Qui però c'è anche Raymond «Red» Reddington, interpretato da James Spader, uno che ha vinto tre Emmy. Reddington è un ex militare che ha tradito gli Usa, abbandonando moglie e figlia. Nel mondo del crimine internazionale è noto come il «Concierge»: la sua specialità è fornire nuove identità e contatti, è insomma un inafferrabile intermediatore del male. Solo che, ad un certo punto, si consegna all'Fbi. E nessuno sa perché. È un colpo potenzialmente pazzesco. La sua «blacklist» contiene le identità segrete di bombaroli, terroristi, narcos. In The Blacklist non si capisce mai quanto il «pentito» fornisca solo le informazioni che facciano comodo a lui, quanto usi l'Fbi per eliminare i suoi nemici personali, o addirittura per far circolare armi chimiche per il mondo.
La serie va guardata per quello che è: un prodotto di fantasia a stelle e strisce. Però qualche riflessione sul modello di inchiesta basato sui pentiti, inclusi quelli del terrorismo internazionale, può suscitarla.

Ecco perché il pubblico americano e un buon pezzo di critica hanno apprezzato il prodotto.

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