Cultura e Spettacoli

Che nostalgia con «il tempo delle mele»

In novembre avrà cinquantatré anni, Sophie Marceau, un tempo popolarissima, non solo in Francia. Una carriera cominciata molto presto, nel 1980, a nemmeno quindici anni, con Il tempo delle mele (21.30 TV8), un successo inatteso, che fu replicato nei due episodi successivi, nell'82 e nell'88. Poi diversi film in costume (Eloise, la figlia di D'Artagnan, Braveheart - Cuore impavido, Anna Karenina) fino all'ultima grande occasione, come Elektra King, rivale dello 007 in carica Pierce Brosnan, in Il mondo non basta (1999), diciannovesimo capitolo della saga. Dunque, Il tempo delle mele si svolge a Parigi. Ha quasi quattordici anni la vispa liceale Vic e a casa si sente trascurata da genitori troppo assorti dal lavoro e dai flirt extraconiugali, il papà dentista François (Claude Brasseur) e la mamma disegnatrice di fumetti Françoise (Brigitte Fossey). Ecco perché ha eletto confidente l'anticonformista bisnonna Poupette (Denise Grey) che le tiene volentieri bordone. Spunta il principino azzurro Mathieu e a lei viene spontaneo fargli gli occhi dolci. Ditemelo voi due, amiche del cuore, mi tuffo o non mi tuffo? Una commedia sentimentale gradevole e spiritosa dell'acuto regista francese Claude Pinoteau che, accompagnato da una musichetta malandrina, ha la mano felice nel descrivere con tocchi ora delicati ora maliziosi i primi turbamenti dell'adolescenza.

Bravina la graziosissima e non ancora esplosiva Sophie Marceau (che crescendo acquisterà in curve ma perderà in simpatia), perfetti gli apprensivi genitori, superlativa la bisnonna sprint.

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