Cultura e Spettacoli

Ciak, si floppa. Tanto paga lo Stato

I fondi pubblici finanziano soprattutto commediole e registi noti. Come rivela un documentario di Sky

Ciak, si floppa. Tanto paga lo Stato

Si parla tanto di fondi alla cultura, e in particolare al cinema. Il dibattito assume subito toni alti ed ispirati. Si discute della necessità di preservare una «diversità» italiana, quella che ad esempio Francesco Merlo su Repubblica loda come «eccezione culturale». Il tema è tutt'altro che semplice e l'impegno a tutela della cultura è sancito dalla Carta costituzionale. Tuttavia al di là delle disquisizioni dotte e filosofiche sul tema - o anche della complessità del mercato degli audiovisivi - si potrebbe anche fare qualche riflessione più terra terra su dove sono andati a finire i finanziamenti erogati sin qui. In questo senso aiuta anche una trasmissioncina breve breve che andrà in onda stasera su Sky Cinema 1HD e intitolata Ciak!Paga lo stato! (alle 22,50 sul canale 301 della piattaforma Sky). Ecco qualche numero e qualche titolo di quelli che verranno presi in considerazione. Il ministero ha erogato fondi per titoli di cui è difficile mettere in dubbio il valore culturale. Un esempio tra i tanti Bella addormentata di Marco Bellocchio (900mila euro) o La grande bellezza di Paolo Sorrentino (1 milione e 100mila euro).

Diventa meno facile spiegarsi come mai si possa trovare culturalmente imprescindibile un finanziamento di un 1 milione di euro a Ex di Fausto Brizzi del 2009. O forse ad aver preso un abbaglio nel giudicare la commedia è stato il noto critico cinematografico Morandini nel suo dizionario del cinema: assegna al film una stelletta su 5, a causa della «banalità trionfante», la «volgarità a tutti i livelli» e l'«esterofilia turistica modaiola». E la lista è lunga. Genitori e figli di Giovanni Veronesi (1 milione e centomila euro); Amici miei come tutto ebbe inizio di Neri Parenti (400mila euro per un film che è stato un tremendo flop e secondo alcuni una vera e propria offesa agli originali di Monicelli)... Quando non si tratta di finanziamenti diretti il ministero sembra aver elargito con particolare generosità anche il «bollino» di interesse culturale. Non si tratta infatti semplicemente di una onorificenza: comporta sgravi fiscali per il distributore, un maggior premio statale sugli incassi e premi agli esercenti che proiettano la pellicola. Nell'elenco ci sono: Benvenuti al sud e Benvenuti al nord, Immaturi, Femmine contro maschi, Baciato dalla fortuna, La banda dei babbi natali di Aldo Giovanni e Giacomo, La matassa di Ficarra e Picone e anche il road movie all'americana dei fratelli Vanzina Mai Stati Uniti!.

Questo, va detto, è il risultato della nuova legge del 2004 che ha tentato di emendare gli sperperi addirittura incredibili causati dalla precedente legge del 4 novembre 1965, quella che aveva consentito di finanziare film come Mutande pazze o La bella dalla pelle nera. Dal 2004 non solo si è tentato di dare una stretta ai cordoni della borsa ma persino di introdurre dei criteri oggettivi di valutazione. Oltre alle commissioni del ministero (che contano ancora per il 70% sulla decisione) ora a fare la differenza è il curriculum del regista e del cast. Ben vengano i criteri oggettivi ma, secondo alcuni, il risultato è che si vedono sempre le stesse facce, quelle di quegli attori che portano punti. Non proprio un modo di favorire le novità (culturali). Come spiega in Ciak!Paga lo stato! lo sceneggiatore Michele Pellegrini: «Non si può dare un punteggio elevato, con tutto il rispetto, a Valerio Mastandrea, perché Valerio fa già un sacco di film...». Ecco spiegato anche come il Mibac possa stanziare 400mila euro per un pornochic massacrato da pubblico e critica come E la chiamavano estate. Basta la presenza di Isabella Ferrari.

Vi sembra una situazione surreale? Non abbiamo ancora parlato di quei film che prendono i finanziamenti e poi nelle sale non escono. Una volta il fenomeno era endemico e mandava in fumo cifre enormi. Dal 2004 si è cercato di mettere una pezza. Eppure dei 28 lungometraggi dei registi considerati «esperti» dalle commissioni del Mibac finanziati nel 2011 solo 16 sino a ora sono arrivati nelle sale. Resta da capire come andrà a finire per i 23 milioni di euro erogati nel 2012 a 79 pellicole. Speriamo meglio... Ah, ovviamente anche se un film va in sala e fa flop lo Stato va in perdita secca. Per fare un esempio: La scoperta dell'alba di Susanna Nicchiarelli è stato finanziato con 550mila euro, ne ha incassati 50mila.

E se un film va bene? C'è un complicato sistema premiale per cui lo Stato spesso non rientra lo stesso.

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