Cultura e Spettacoli

Classe, umorismo e stoccate Era un gigante della canzone

I grandi successi estivi, le rotonde sul mare, l'ironia e la polemica contro i cantautori con «sponsor politici»

Classe, umorismo e stoccate Era un gigante della canzone

La sua ultima apparizione è del 22 aprile 2013... Fu al concerto in ricordo di Franco Califano (di cui era molto amico) dove cantò Questo nostro grande amore, il brano che il cantautore romano aveva scritto per lui. Ma era ancora in contatto con l'ambiente musicale che conta, e di cui ha fatto parte per oltre mezzo secolo. Fred Bongusto, il cantante confidenziale per eccellenza, se n'è andato a 84 anni dopo una lunga malattia. Faceva parte di quella generazione di crooner che animarono i night club e facevano innamorare e ballare la gente negli anni Sessanta e Settanta, sfidando Nicola Arigliano (più spostato sul versante jazz), Johnny Dorelli (più pop), Teddy Reno, Emilio Pericoli e il suo amico Peppino Di Capri che lo ha commemorato dicendo: «Quello che posso dire è che la vera voce del night era la sua! Aveva questa voce particolare, molto originale e una timbrica confidenziale unica». Una voce sensuale, profonda e avvolgente, che portò al successo brani ormai classici come Una rotonda sul mare, il suo vero cavallo di battaglia.

Ma non è tutto qui. «Ci lascia un patrimonio di successi - ribadisce Di Capri - che continueremo a cantare e ci aiuterà a ricordarlo per sempre». Le sue radici affondano nel jazz americano, con l'ascolto di giganti come Nat King Cole e Louis Armstrong (senza dimenticare la collaborazione con Chet Baker), di cui in concerto riprendeva alcuni standard. Amava la parodia intelligente, per questo cantò a ritmo di swing la suadente cronaca di un amore non corrisposto Spaghetti a Detroit («spaghetti pollo insalatina e una tazzina di caffè riesco a malapena a mandar giù»). Era un artista aperto, schietto e simpatico con i colleghi, ma non dimenticava di attaccare quei cantautori che - secondo lui - proponevano musica troppo leggera. Celebre è il suo duetto polemico con Franco Califano intitolato Che fine hai fatto cantautore?, seguito da un'intervista molto «forte» in cui dirà: «personalmente da musicista ho sempre considerato vergognoso il livello delle canzoni lanciate da certi signori. Ad esempio uno dei più grandi successi di Francesco De Gregori, Buonanotte Fiorellino. È musicalmente banale. Elementare. Un'offesa a chi come me ha vissuto per trent'anni di musica vera, che dura nel tempo e non ha bisogno di sponsor politici». Lui che aveva iniziato la gavetta nella sua città, a Campobasso, nel 1960, come voce solista de I 4 Loris, suonando nei piccoli locali e studiando la batteria insieme a Massimo Boldi, amico fraterno che ha dichiarato: «la vita finisce ma se sei stato come Fred sei immortale». Un discografico dall'occhio lungo qual era Giovanni Ansoldi (boss della Primary e in seguito della Carisch Edizioni oltre che ex marito di Iva Zanicchi) li mette subito sotto contratto e il gruppo debutta nel 1961 con il 45 giri dall'impronta jazz Madison italiano, con sul lato B Notte d'amore, rilettura italiana di Jealous Lover di Charles Williams (con testo in italiano di Misselvia) tratta dal divertentissimo film di Billy Wilder L'appartamento con Jack Lemmon.

L'anno successivo debutta come solista grazie a Ghigo Agosti, che scrive per lui Bella bellissima e l'accorata ballata napoletana Doce doce, che comincia a farlo conoscere nel mondo dello spettacolo che conta. Il successo travolgente arriva poi nel '64 con la ballata confidenziale Una rotonda sul mare, (ispirata dalla struttura circolare che si trova a Senigallia) il suo marchio di fabbrica. Senza farsi coinvolgere o distrarre dall'onda beat, Bongusto incide brani rimasti nella storia della canzone popolare come Frida, Malaga, Amore fermati, La mia estate con te, Tre settimane da raccontare. Rimanendo fedele al suo stile un po' sdolcinato rivaleggia con le canzoni pop e beat partecipando più vole a «Un disco per l'estate», che addirittura lo vedrà vincitore nel 1966 con la melanconica Prima c'eri tu. La sua partecipazione a «un disco per l'estate» è assidua anche negli anni precedenti e fino all'inizio degli anni Settanta, con una serie di canzoni che ha come tema il mare come Mare non cantare, Il mare quest'estate, Una striscia di mare. «Sono un grande romantico - disse in proposito - amo far ballare la gente ma anche farla riflettere: questo è il mio obiettivo». Sempre attivo nel giro dei night club e dei locali da ballo, nonostante il cambio di generazione e la nuova musica, Fred Bongusto nel 1976-1977 scocca ancora due successi estivi dal suo arco: sono La mia estate con te e la spensierata Balliamo che - molto anni prima di Eros Ramazzotti e Laura Pausini - conquisterà il mercato sudamericano, anche nella versione di Manolo Otero. Non si contano poi le sue tournée in Sudamerica (il suo ultimo giro di concerti da quelle parti è del dicembre 2007) ed è importante il suo rapporto artistico con Toquinho (anche lui originario del Molise) e Vinicius de Moraes.

Dotato di spiccato senso dell'umorismo, nel 1973 Fred interpreta il supersuccesso di Stevie Wonder Superstition traducendo il suo nome in inglese come Fred Goodtaste.

In quegli anni le sue canzoni spopolano nei piano-bar e Fred decide di fare il salto di qualità. Dopo aver partecipato come attore a due film «musicarelli» senza troppe pretese (Obiettivo ragazze e Questi pazzi pazzi italiani) comincia a scrivere musiche da film. Da vero musicista ha curato e arrangiato la colonna sonora di una trentina di film d'autore tra cui Il tigre di Dino Risi, Malizia (film candidato ai Nastri d'Argento), Peccato Veniale di Salvatore Samperi, Venga a prendere il caffè da noi e La cicala di Umberto Lattuada. «Così ho potuto far vedere le mie doti di vero musicista, senza badare alla lunghezza delle canzoni e seguendo il ritmo delle scene cinematografiche», disse a proposito di questa esperienza. Negli anni Ottanta riesce ancora a piazzare qualche zampata d'autore; per esempio nel 1985 incide l'album Dillo tu... con il successo «napoletano» Ammore scumbinato, e l'anno successivo ottiene un ottimo successo al Festival di Sanremo con Cantare (scritta da lui in tandem con Di Francia e Iodice) che divenne uno dei brani più suonati di quell'estate, e nell'89 si fa valere - sempre a Sanremo - con Scusa, accompagnato dall'album Le donne più belle. Durante la sua lunga malattia, molti artisti suoi colleghi avrebbero voluto andarlo a trovare per testimoniare la loro amicizia ma - come ha detto Peppino Di Capri - «la figliastra purtroppo non ha mai voluto». (Bongusto è stato sposato con l'attrice Gaby Palazzoli, che aveva una figlia dall'attore John Barrymore, a sua volta padre di Drew Barrymore). Se n'è andato serenamente e oggi il mondo della musica lo rimpiange.

Da Pippo Baudo a Iva Zanicchi (di cui era grande amico e con cui ha duettato nel 2013 nell'album della cantante In cerca di te) chiedono di rendere omaggio al prossimo festival di Sanremo a un personaggio che ha fatto ballare e innamorare mezzo mondo.

Commenti