Cultura e Spettacoli

Cosa leggere in vacanza? Sì, certo: i classici Meglio se «rinfrescati»

Guida al libro giusto da mettere in valigia. Anche grazie alle nuove collane dedicate agli «immortali»

Daniele Abbiati

Mettere in valigia il libro sbagliato è molto peggio che dimenticarsi di metterci le mutande o le camicie. Ti lascia senza parole proprio quando servirebbe il conforto delle parole silenziose, fuori dalle chiacchiere e dal trambusto. Mettere in valigia il libro sbagliato è inoltre un peso, sia all'andata sia al ritorno, se non lo si è... dimenticato di proposito da qualche parte o regalato a qualcuno con sospetta generosità.

E allora che fare, per ridurre il margine di rischio? Buttarsi sul sicuro, sui classici. Ma ci vorrebbe qualcosa di sfizioso, da sbocconcellare non dico come fosse una tartina da aperitivo, però che incuriosisca come una nuova conoscenza o sorprenda come ritrovare un vecchio amico. Ci vorrebbe, insomma, un classico rinfrescato. Gli editori accorti lo sanno, anche al netto delle vacanze estive, che il lettore, anche quello non occasionale, va stimolato. E ultimamente lo stanno facendo con apposite collane.

La torinese Lindau, per esempio, rende onore al proprio nome, preso in prestito dalla «città libera» tedesca distesa su un'isola del lago di Costanza, operando, nella «Biblioteca di classici» scelte molto libere. Ecco per esempio, fra le ultime uscite proprio... L'uomo che amava le isole, di D.H. Lawrence, dove il protagonista architetta un titanico progetto, ma deve piegare il proprio desiderio di indipendenza al potere della natura. Ed ecco un altro tipo non banale, Igino Ugo Tarchetti, i cui Racconti fantastici conservano, a distanza di un secolo e mezzo, una carica di trasgressione, a volte soltanto mentale, ma non per questo meno potente, ben nota ai vari Hoffmann, Poe e Nerval. Racconti di tutt'altro genere, molto concreti e molto fisici sono quelli di Quando Dio ride. Qui Jack London affronta un corpo a corpo con il rivale sul ring, con il mare in tempesta, con una donna infida... usando la penna come un pugno o come un pugnale e nella storica traduzione di Gian Dàuli conserva un allure da duro con il cuore tenero che è la sua cifra distintiva. Per uno statunitense nel pieno delle forze che non indugia nel passare all'azione, c'è un francese in là con gli anni, intorno ai 70, che porta il Paradiso in Terra, utilizzando però l'artificio narrativo di attribuire ai suoi abitanti desideri, rivendicazioni e impulsi molto terreni. La rivolta degli angeli di Anatole France è un romanzo tra il feuilleton, la filosofia e la politica, ovviamente di orientamento socialista, come da tradizione della casa. E, andando un po' a ritroso nei mesi di pubblicazione, c'è la Ricchezza, inattesa ma inquietante, di Arthur Schnitzler, altro vecchio leone.

In De Agostini, «DeA Classici» punta invece sul più classico dei classici, da Adamo ed Eva in poi: l'amore. Che può essere romanticamente tormentato come in Madame Bovary di Gustave Flaubert, orrendamente violentato come in Dracula di Bram Stoker o avventurosamente ritmato come in Cime tempestose di Emily Brontë.

Dall'amore alla poesia il passo non è breve, è impercettibile. Normale che sia Guanda a farlo, potendo contare su un catalogo poetico molto vasto e molto profondo, tra i più invidiati in Italia. Un posto accogliente dove riporre i «Tascabili» provenienti da ogni parte del mondo. Dall'India di Tagore con Il canto della vita al Cile di Neruda con Poesie di una vita, dal Giappone dei Cento haiku alla Francia con le Poesie di Prévert.

Quanto al Nord, profondo come il Sud ma più fresco (il che in estate non guasta) e meno battuto dalle rotte editoriali, provvede Iperborea, che festeggia i primi trent'anni di vita recuperando dieci dei propri pezzi grossi nella collana «Luci». Sono luci che si accendono su Niels Lyhne di Jacobsen, romanzo di formazione che stregò Rilke, su Il nano di Lagerkvist, riflessione sulle guerre del Novecento traslata nel Rinascimento italiano, su Il pomeriggio di un piastrellista di Gustafsson, parabola di un uomo che si sente estraneo alla vita, su Il settimo sigillo di Bergman, la sceneggiatura del celebre film che, letta lontano dal cinema assume i contorni di favola nera.

Tutta roba da mettere in valigia senza indugiare. La rentrée letteraria di settembre è ancora lontana.

Come il rientro dalle vacanze.

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