Cultura e Spettacoli

Cunningham riscrive Hansel e Gretel

Luigi Mascheroni

nostro inviato a Torino

Viva l'italia Rivelazioni e confessioni di (cant)autore al Salone: Francesco De Gregori ha presentato il suo libro Passo d'uomo (Laterza) rivelando letture inedite (ha detto di aver letto due e mezza volte l'Ulisse di Joyce ma niente di Proust) e confessando cosa sulla quale in passato era stato, diciamo così, reticente che il nome che porta è lo stesso dello zio, partigiano della Brigata Osoppo, ammazzato dagli altri partigiani, comunisti. Verità rivoluzionarie.

Verità passate «I rivoluzionari? Sono noiosi», ha confessato, citando Voltaire, la storica Benedetta Craveri presentando il suo Gli ultimi libertini (Adelphi), storia di una generazione (settecentesca) di «giovani, ben nati, colti, brillanti, superdotati (intellettualmente). E pieni di fiducia verso il domani». Il futuro, come sempre, è dietro di noi.

Speranze future Guardando davanti a sé, il Salone di oggi sta già pensando a quello di domani: chi dirigerà la prossima edizione? E come? Tra gli stand girano gossip e indiscrezioni. Intanto l'edizione più difficile di sempre, funestate da gaffe e polemiche, è stata portata a casa. Rivista, in clima di scontro Islam-Occidente, l'idea dell'Arabia Saudita come Paese ospite, è rimasta la paura degli attentati. Misure di sicurezza hanno filtrato con lunghi tempi d'attesa l'entrata al Lingotto. Con malumori e polemiche.

La disfida del tiramisù Anche se la vera polemica, al Lingotto, è da giorni nazionalpopolare. Dopo che gli autori dell'imperdibile libro Tiramisù. Storia, curiosità, interpretazioni del dolce più amato (Giunti) hanno dimostrato antichi menù alla mano che il tiramisù non è nato nella Treviso degli anni 60 ma nel Friuli dei '50, il governatore Luca Zaia ha twittato indignato «Il tiramisù è nato a Treviso. Punto e basta», scatenando un'inedita coda di discussioni e dibattiti gastro-filologici...

Che favola, il salone Chi l'avrebbe mai detto che al Salone sarebbe arrivato Michael Cunningham? «Erano anni ha detto il direttore Ernesto Ferrero che chiedevo a Gesù Bambino, cioè a Elisabetta Sgarbi, di portare Cunningham». E il premio Pulitzer è arrivato, raccontando - in una Sala Azzurra strapiena - le sue nuove storie-dark raccolte in Un cigno selvatico (La nave di Teseo) e che rielaborano, in chiave non buonista, le vecchie favole della tradizione. Spifferandoci cosa succede ai personaggi che ben consociamo «dopo che su di loro si è abbattuta la ghigliottina dell'E vissero felici e contenti».

Mandando tutti a casa - lettori, ospiti ed editori - felici e contenti.

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