Cultura e Spettacoli

La De Lellis, le corna e i fuffo-libri

La De Lellis, le corna e i fuffo-libri

Da liberali, qualsiasi cosa voglia dire la parola, siamo i primi a difendere il mercato. Anche e soprattutto editoriale. Il peggior servizio si possa fare a un libro è non considerarlo una merce (molto particolare, è vero, ma una merce), cioè un prodotto pensato, scritto, impaginato, stampato, pubblicizzato per essere venduto. L'editore è un imprenditore prima di tutto. Poi semmai anche un benefattore dell'umanità perché - per chi ci crede - la Letteratura è il cibo dell'umanità, perché la Poesia salverà il mondo... Quindi, data la premessa, non ci siamo indignati quando abbiamo scoperto che a settembre Giulia De Lellis, influencer e volto tv, famosa per la partecipazione allo show Uomini e Donne, per la sua relazione con il deejay Andrea Damante e per aver dichiarato al Grande Fratello di non aver mai letto un libro in vita sua, ne ha scritto uno. Meglio: lo firma (lo ha scritto Stella Pulpo, la blogger di Memorie di una Vagina, oggi «una delle voci femminili più amate del web»). Comunque, si intitola Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza, uscirà a settembre, è già prenotabile su Amazon (l'altro ieri è stato il titolo più venduto del giorno) e lo pubblica Mondadori. A pensarci bene non siamo neppure contro il principio che un editore alterni alto e basso, e che pubblichi facili titoli di varia (che portano soldi) per poter tenere aperta una collana di poesia (che porta prestigio). E non ci scandalizziamo neppure che a pubblicare Giulia de Lellis sia Mondadori (del resto Asia Nuccetelli, anche lei passata con la madre Antonella Mosetti dal Grande Fratello vip, ha commentato l'uscita del libro dicendo «Giulia è un genio»). Ma incuriosisce piuttosto che per alcuni grandi gruppi editoriali il basso ormai non sia una delle opzioni. Ma l'unica, o comunque la principale. Anche la Mondadori di Arnoldo per la rentreè di settembre annunciava molta narrativa di consumo, per «signorine». Ma, accanto, c'erano Hemingway o Thomas Mann (oggi, dove sono, e chi sono, gli Hemingway?). E il problema non è neanche questa Mondadori. Si possono citare i libri degli Youtuber di DeAgostini, Yuri Sterrore e Luciano Spinelli per Rizzoli, quando Feltrinelli pubblicò Rocco Civitarese o quasi tutta la narrativa italiana molto molto cheap di Garzanti... Il punto, al di là della battuta, è che troppo volte ormai il lettore si senta tradito dai grandi, prestigiosi, storici, benemeriti editori.

È, appunto, una questione di corna.

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